Chi entra muore? La Mefite d’ Ansanto

V’è un luogo al centro d’Italia, al di sotto di alte montagne, celebre, e ricordato per fama in molte regioni, la vallata di Ansànto; da entrambe le parti con fitte fronde lo stringe una fosca fiancata boscosa, e nel mezzo scroscia in frastuono di massi e ritorta cascata un torrente. Qui una spelonca orrenda e di Dite spietato si mostrano gli spiragli e, irrompendo Acherónte, imponente voragine apre le fauci pestifere: e in esse svanendo l’ Erínni, nume odioso, alle terre e al cielo recava sollievo. Virgilio, settimo Canto dell’ “Eneide” La Mefite La Mefite d’ Ansanto si fa introdurre

La notte dei falò di Nusco

Notte buia, una delle più buie dell’ anno. E fredda. Ma dall’ oscurità sprizzano fuori dozzine di falò che rischiarano e riscaldano, ed attorno ad essi impazzano canti, balli e personaggi in maschera. E’ la notte dei falò di Nusco, in provincia di Avellino. Si mangia e si beve come se non ci fosse un domani. Siamo a quasi mille metri di altezza su un cocuzzolo circondato dai venti. Di giorno da qui si gode una vista stupenda sulla valle dell’ Ofanto che inizia ad allargarsi e sulle montagne dell’ Appennino meridionale. Ma adesso è notte, la notte di Sant’

L’ Aglianico e la sua vendemmia

Un giorno di vendemmia nei Campi Taurasini. Proprio lì dove nel 273 a.C. le legioni romane del console Manlio Curzio Dentato sconfissero l’ esercito di Pirro, re dell’ Epiro e della tribù dei Molossi. Pirro era sceso in Italia sette anni prima. Aveva un esercito di venticinquemila uomini e diciannove elefanti da guerra. Diceva di voler difendere la colonia greca di Taranto. Ma la sua recondita speranza era di riuscire a fondare un proprio stato. Arrivò quasi alle porte di Roma e fu poi costretto a riparare in Sicilia. Dopo anni di alterne vicende le sorti del conflitto si risolsero