Gran Sasso, le Highlands italiane

L’aquila stride e vola in grandi cerchi sopra di noi. È sorpreso anche il pastore, che la osserva col binocolo dal suo stazzo. O forse è solo preoccupato per i suoi agnellini. Più tardi la rivedremo, osservandola dall’alto di una delle vette faticosamente raggiunte: continua la sua perlustrazione circolare ed a non curarsi di noi. Del Gran Sasso si può dire poco. Semplicemente perché le mie parole non bastano a descrivere la bellezza selvaggia del luogo, i suoi vasti orizzonti delimitati da pareti di roccia nuda, i suoi silenzi, la vastità semidesertica dei pianori stepposi. Solo animali. Qualche pastore. Non

La trasformazione dei ragni colossali

Sono di nuovo aperti, come un tempo, i trabocchi della costa d’ Abruzzo. Quelli che hanno resistito a più di un secolo di erosione e salsedine, magari aiutati da qualche saggio restauro, sono ancora lì, lungo la costa abruzzese a sud di Pescara: costruzioni in legno dalle lunghe ed oscillanti antenne protese sull’ acqua, con immense reti penzolanti;  “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simili ad un ragno colossale” le definiva D’ Annunzio, che qui aveva casa. Le grandi macchine pescatorie Ma naturalmente non tutti sono scampati; l’ incuria degli umani fa più danni