Introduzione alle meraviglie della Cappadocia

Dopo aver attraversato centinaia di chilometri di steppa, si giunge infine sotto una roccia tufacea arida e spopolata. Sembrerebbe un’introduzione all’inferno ed invece è solo il prologo alle meraviglie della Cappadocia. Tutta quest’ area è un concentrato di sorprese geologiche che stuzzica la fantasia ed affascina. Forme e colori mutevoli a seconda della posizione del sole e delle condizioni del tempo. Un paesaggio diagrammatico, tutto picchi e dislivelli, butterato dall’ acqua, dal vento e dall’uomo, che per secoli ha scavato il tufo per creare abitazioni, rifugi, chiese. Chissà come deve essere apparso il paesaggio della Cappadocia – allo stesso tempo lunare

E il vincitore è….

E il vincitore è……. Beh per una volta sono io! Da oggi sono fieramente in possesso di un coupon per ottenere gratis una splendida stampa fotografica su vetro, realizzata da Fracture! Ma come avrai fatto, direte voi…beh semplice, ho vinto un concorso fotografico! E l’ ho vinto con la fotografia qui sopra, che considero una delle migliori da me realizzate finora. Ho scattato questa foto un paio di anni fa in Cappadocia, poco fuori l’ abitato di Cavusin. Per trovare questa luce ho dovuto svegliarmi prima dell’ alba ed avviarmi per tempo, prima che tutte le mongolfiere fossero già decollate.

I tanti mondi di Istanbul

Non è il Bosforo a dividere in due Istanbul: è il Corno d’ Oro. E’ vero, dall’ altro lato dello stretto, su terra che è già Asia, la città continua. E’ unita da due ponti e da centinaia di traghetti al giorno e dall’ altro lato ci sono sobborghi dai nomi carichi di storia. I tanti mondi di Istanbul Scutari (Üsküdar) e Kadiköy, l’ antica Calcedonia, porta della Bitinia, colonia greca. Fu sede nel 451 del Concilio che cercò inutilmente di sancire l’ uguaglianza fra la sede apostolica di Roma ed il patriarcato di Costantinopoli. Ma se vi fate suggestionare

Safranbolu: dove il tempo si è fermato

Una tazza di salep sotto una pergola, con i riflessi che giocano tra le foglie verdi e l’ uva porpora. Intorno, moschee e case ottomane, tre caravanserragli e l’ Arasta bazaar., che un tempo ospitava tutti i ciabattini del paese. Oggi è un gioiellino di legno e pace, immerso tra le viti, con un fantastico bar che serve piatti turchi e caffè come vuole la tradizione. Qui la Via della Seta era ormai ad un passo dal suo anelato sbocco al Mediterraneo. Mi immagino come le carovane accogliessero la verde ed ombrosa vallata di Safranbolu dopo la vastità infinita e