Camerota: Lo Straordinario Ritorno dei Venezuelani Cilentani

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Spiaggia di Marina di Camerota

Quante volte avete pensato di lasciare tutto ed aprire un baretto su una spiaggia dei Caraibi?

A Camerota, in Cilento, la magia si inverte: i discendenti di emigranti italiani in Venezuela tornano al paese d’origine, creando un affascinante intreccio di culture.

Emigrazione circolare: un viaggio di ritorno

Benvenuti a Marina di Camerota, il paese dell’ emigrazione circolare. Qui oggi si restituisce quel che si è ricevuto a partire da un secolo fa.

Agli inizi del Novecento, alla ricerca di una nuova vita in Sudamerica, si lasciava la costa tirrenica, la povertà e un futuro privo di prospettive. Per i camerotani, la destinazione era il Venezuela.  Lì si lavorava sodo. Con i soldi guadagnati si mantenevano i parenti a casa e ci si poteva permettere di costruirsi una casa a Camerota. O più case. O un albergo.

Ora, i loro discendenti, venezuelani di terza generazione, affrontano incertezze economiche e il regime di Maduro, e tornano dove i loro nonni o bisnonni erano partiti. Spesso dell’ Italia non sanno nulla, se non per i racconti dei vecchi. Sono nati e cresciuti, perfettamente integrati, in Venezuela. Non parlano italiano, ma al massimo un misto di dialetto cilentano e spagnolo.

Un paese che accoglie: il Venezuela a Camerota

Via Simón Bolívar con targa stradale a Marina di Camerota

Ma questo non è un problema a Camerota. Qui, l’idioma di Cervantes è qualcosa di più di una seconda lingua. La forza del legame con il Venezuela è evidente anche nella toponomastica, che omaggia il libertador Simón Bolívar con una via e una statua a suo nome. Il suo ricordo pervade l’ambiente, tanto che alberghi e cinema sono intitolati a lui. Domingo e José sono nomi diffusi. Non mi sono meravigliato quando la signora, innamorata della nostra cagnetta, le ha fatto le coccole in spagnolo, con il placido accento dei sudamericani.

Statua bronzea di Simón Bolívar nella piazza principale di Marina di Camerota

Storie di ritorno: ricordi e nuove opportunità

Ha invece un nome italianissimo l’ anziano proprietario di una merceria del centro. Mi regala dei bicchieri spaiati e mi racconta di essere nato in Venezuela, più di settanta anni fa. Il padre era camerotano. La mamma venezuelana, ma lui non se la ricorda, perché è morta poche settimane dopo la sua nascita. Me lo racconta e l’occhio si intristisce parecchio dietro le lenti spesse tenute da una montatura nera di bachelite alla maniera del secolo scorso.

“Mio padre aveva un negozio di frutta e guadagnava anche bene. Quando si è fatto vecchio, l’ho gestito io finché ne ho avuto forza e voglia. Poi sono tornato qui senza tanti problemi, grazie alla doppia cittadinanza”.

Il cinema Bolivar di Marina di Camerota

Molto più giovani sono i gestori di uno dei migliori lidi di questo paese di mare. Qui tutto profuma di Caraibi, dalla musica, all’ atmosfera. All’ ingresso, a salutare i bagnanti non sventolano le solite bandiere europee, ma quella gialla, rossa e blu del Venezuela, la stella e le strisce biancazzure cubane e il diamante brasiliano, giallo, verde e blu. Si può bere batida de coco fatta in casa ascoltando salsa e merengue, o godersi una birra guardando il mare azzurro e limpido, con lo stesso sottofondo musicale. Qui non si tratta solo di emigrazione di ritorno. Durante l’estate di lavoro ce n’è a bizzeffe, e gli aiuti arrivano dal Venezuela. Stagionali o meno.

L' Hotel Bolivar di Marina di Camerota

Un’accoglienza calorosa: sentirsi a casa a Camerota

L’armonia tra i residenti e i “nuovi” venezuelani, in realtà figli di questa terra, è la vera essenza di Marina di Camerota.

Non si percepisce alcuna tensione; al contrario, il loro arrivo è celebrato come un ricongiungimento familiare, un ritorno atteso. Le parole del parroco, “Siete i benvenuti, non come ospiti, questa è casa vostra,” esprimono perfettamente un’integrazione profonda e spontanea.

Non è solo questione di toponomastica o di melodie caraibiche che risuonano tra i vicoli e la spiaggia. È nel sorriso dell’anziano merciaio che racconta la sua storia tra due mondi , o nelle coccole in spagnolo che una passante riserva a un cane, che si percepisce la vera fusione. Marina di Camerota non è solo una destinazione di ritorno, ma un crocevia vibrante dove la storia dell’emigrazione si inverte, creando un esempio unico di come il passato possa plasmare un presente ricco di nuove opportunità e affascinanti intrecci culturali. Un luogo dove, tra il calore del sole cilentano e l’eco del lontano Venezuela, ci si sente davvero a casa.

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