Memorie del mare: La tonnara di Favignana

Le ciminiere pendono. Pendono verso l’esterno come i minareti del Taj Mahal. Se questi fossero crollati, non si sarebbero abbattuti sulla cupola sotto la quale riverbera il ricordo dell’ amatissima moglie del gran Mogol. Se invece dovessero crollare le ciminiere, finirebbero a mare e non sui tetti dello stabilimento. Non so se anche questa pendenza è voluto o è solo un effetto del tempo e della salsedine, ma l’ effetto che fa è quello di far assomigliare anche l’ antica tonnara Florio di Favignana ad un mausoleo, un memoriale laico di un’ attività strettamente legata al ciclo della natura ed

La magia di Aleppo (prima della guerra)

Ci hanno spiato in continuazione mentre eravamo in Siria. O forse è solo la mia immaginazione che assembla i fatti come le piace, alla luce di quello che è successo solo pochi anni dopo. In ogni caso è stato un viaggio segnato da presenze improvvise, e benevole, dappertutto. Siamo al confine, per tornare in Turchia. Dopo aver raggiunto Latakia in pullman, uno scassato Ape Piaggio ci ha lasciato al bivio del valico di Kessab. Gli edifici della dogana li abbiamo raggiunti a piedi e lì è iniziata la solita tiritera del controllo doganale. L’ addetto siriano ci squadra, vuole sapere

Monopoli, città di mare e chiese

Monopoli, città di mare e chiese. Ogni angolo, infatti, nasconde una chiesa, nel centro storico di Monopoli. Ne ho contate almeno una dozzina. Una, la Chiesa Rettoria di Santa Maria del Suffragio, a fare concorrenza al Barocco della Cattedrale, proprio di fronte. Sotto le volte di passaggio si affacciano riproduzioni di immagini sacre “a divozione” del sopravvissuto di turno. In una città che ha sempre affidato la sua ricchezza al mare, gli scampati non dovevano essere pochi. Dal mare veniva la vita e poteva venire anche la morte. La salvezza ha sempre un che di soprannaturale. Questo Adriatico che si

Paros, la rilassata

Il Meltemi non porta odori; è secco, inaridisce le narici, asciuga la gola. Anche se attraversa un boschetto di pini prima di raggiungerti,  non ne assorbe gli aromi. E così,  accanto ai polpi ed agli sgombri appesi ad essiccare, qui a Paros aggiungono mazzi di rosmarino ed altre erbe. Tentacoli ondeggiano all’ingresso delle taverne del porto, pronti per essere trasferiti sulla griglia. Aliki Ad Aliki, piccolo villaggio di pescatori sulla punta meridionale dell’isola, essiccano invece gli sgombri, poi li spennellano di olio e limone e li arrostiscono, trasformandoli nella specialità del posto, la Gouna. In fondo in fondo all’ isola,

Mykonos: bella senz’ anima

La bellezza di Mykonos Certo, è bella. Vista dall’  alto, la vecchia città di Mykonos, bianca come una macchia di latte che si spande verso il mare scuro, punteggiata dai tetti e cupole delle chiese, celesti come il cielo pulito dal Meltemi o rossi come i fiori di lentischio. La schiera di mulini a vento – tanto simili a quelli di Consuegra da sembrare in attesa di un Don Chisciotte in vacanza –  guardano dritto verso la antiche case dei pirati di Little Venice, costruite a filo d’ acqua, con le onde che di tanto in tanto entrano a far

Perast: calli, chiese e gatti

Nonostante i ritardi e gli inconvenienti, l’arrivo nei Balcani è da favola: la luce eterea del tramonto si spande sull’ arcipelago mentre il vento trasporta l’ odore speziato dei pini. Le Bocche di Cattaro Le Bocche di Cattaro sono l’ enciclopedia acquatica delle contraddizioni della post Jugoslavia: scorci di una bellezza abbacinante, carcasse della marina jugoslava, antichi forti asburgici a presidio degli stretti e relitti di pescherecci. Paesini veneziani dalla grazia immutata ed acque inquinate e spesso maleodoranti. Il fascino e la pietra bianca di Cattaro sovrastate dalle mastodontiche navi da crociera che attraccano e vomitano gitanti frettolosi e distratti.

Meraviglie di legno: le antiche chiese del Maramures

C’è poca gente a Bârsana, ed in fondo perché mai dovrebbero esserci turisti in un paesino di cinquemila abitanti stretto tra le montagne nel Nord della Romania? Patrimonio Mondiale dell’ Umanità è la risposta. Le chiese di legno del Maramures sono esempi eccezionali di architettura religiosa vernacolare in legno risultante dallo scambio di tradizioni religiose ortodosse con influenze gotiche in una specifica interpretazione vernacolare delle tradizioni di costruzione in legno, che mostra un alto livello di maturità artistica e abilità artigianali. Questo dice l’ UNESCO sul suo sito. Ma andiamo per ordine. Maramures Siamo nel Maramures, regione montagnosa ed agricola

Maramures: carri, cavalli ed internet

“Questo è proprio il vero, profondo Maramures” mi confida Daniel mentre volge a me il suo sguardo, distraendosi dal panorama. Maramures Splendidi prati e fienili nel silenzio; gli alti Carpazi sfumano bluastri a distanza nella nebbiolina del primo mattino. Daniel, fotografo di Bucarest, ama davvero queste vallate parallele divise da colline verdissime che d’ autunno sono costellate di covoni di fieno. Ci viene spesso, grazie alla sua attività di fotografo per la Mocăniţa, ed è così che l’ ha scoperto, innamorandosene. Il Maramures è l’ angolo dimenticato della Romania. Una delle sue regioni più povere ed isolate, sulla quale il

La (sostenibile) leggerezza del ferro

È un fantasma ad accoglierci. Una forma evanescente, che sembra appena abbozzata. I raggi del sole che cala la attraversano senza difficoltà. Eppure è solida, solida come il ferro di cui è fatta. E’ un fantasma ma non sembra minaccioso; è lì per custodire la chiesa, che già si intravede. E’ una chiesa della stessa materia del fantasma: tonnellate metalliche attraversate dalla luce radente del tramonto. La (sostenibile) leggerezza del ferro. Si distinguono agevolmente le colonne, i capitelli, le capriate del tetto. E si distingue perfettamente il cielo, dietro. Il fantasma mi lascia passare senza difficoltà. Non c’è neanche bisogno

Il Circolo di Conversazione, una scheggia di Inghilterra in Sicilia Meridionale

Esiste un posto al mondo, esclusivo ed inaccessibile. Un posto al mondo per il quale farei pazzie. Il Circolo di Conversazione di Ragusa è stato costruito nel 1805, quando quattro tra le più notabili famiglie di Ragusa Ibla decisero di regalarsi un posto dove riunirsi e conversare, appunto, lontani ed isolati dal resto dei popolani. E’ un edificio ad un solo piano in stile neoclassico, praticamente disadorno – nonostante le sue colonne e bassorilievi – a confronto del magnifico barocco che lo circonda. Ma non è la struttura del fabbricato ad essere interessante, quanto piuttosto ciò che la muratura nasconde.

Jugonostalgija

The country that once was called “Yugoslavia” disappeared from the maps at the end of last century and after a cruel war. Outside the former Yugoslavian area, nothing of it remains on maps, just a trace on the history texts. But the “Made in Yugoslavia” Zastavas still run the roads of the new countries that once were federate republics of Yugoslavia, with new plates and old spare parts. And the word “Yugoslavia” is still an evident presence in many houses of Croatia, Slovenia, Serbia, Bosnia and Herzegovina, Kosovo, Macedonia and Montenegro. They call it Jugonostalgija….

Come compiacere gli dei del basket

In Croazia c’e’ un campo di basket, o almeno un canestro, in ogni angolo,  ma davvero dappertutto. Poi ci arrabbiamo (e meravigliamo anche un po’) quando una  nazione che ha  meno abitanti del Lazio ci  estromette dalle Olimpiadi. E una volta a Rio le suona alla gloriosa Spagna ed ai padroni di casa prima di arrendersi per un solo tiro ai fratelli-coltelli serbi. Gli dei del basket vanno blanditi con quotidiani sacrifici…

San Pietro Infine: la Storia è passata di qui

San Pietro Infine: un paesino in provincia di Caserta, incastonato tra Molise e Lazio, alle pendici del monte Sambucaro. La Storia, con tutte le sue atrocità, è passata proprio di qui. Una storia relativamente recente:  poco più di settant’ anni fa, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.  San Pietro Infine fu completamente distrutta per “colpa” proprio della sua posizione. La Storia Il paesino era divenuto uno dei capisaldi della linea Reinhard, avamposto difensivo tedesco pensato allo scopo di rallentare l’ avanzata Alleata proveniente dalla Sicilia e da Salerno, mentre si terminava di fortificare pesantemente la linea Gustav, pochi chilometri più

Gallipoli in chiaroscuro

“Bella Gallipoli!” L’ esclamazione è scontata appena racconti da dove sei tornato. Bella, sì certo. Ma quale Gallipoli? La città nuova, quella dove la gente vive, con la passeggiata a mare, negozi e servizi? O la Gallipoli vecchia? Si forse quest’ ultima, vero. Anche fuori stagione, però, l’ isola ed il dedalo di viuzze che portano verso il mare offrono sempre il meglio-peggio dello sfruttamento turistico. O forse è solo il peggio: la strada principale è quasi impraticabile per la folla e le bancarelle;  la cattedrale barocca è sommersa dall’ invadenza di venditori di spugne, pesci imbalsamati made in China

Dal Roccocò alla bellezza negletta

La bellezza di Taranto dorme in provincia: vi aspetta l’orgoglio ostentato di Martina Franca, resa barocca dal tentativo superbo e cafoneggiante dei latifodisti del posto di rivaleggiare con Napoli capitale. Le loro case imbiancate a calce si adornarono allora di portali elaborati, frontoni senza pudore nella loro ridondanza. E sorsero chiese quasi più grandi della piazza destinata ad ospitarle. Sembra sempre di essere in Spagna: il sole batte implacabile sulla pietra e crea riflessi e vampe di calore. Per sfuggire all’ arsura ci si rifugia sotto gli ombrelloni dei bar di Piazza Plebiscito, dominata dal Roccocò della cattedrale di San

Berlin Tempelhof: la storia abbandonata

A quanto pare, per una volta la speculazione immobiliare a Berlino non ha vinto. Non assisteremo presto alla scomparsa di un altro pezzo della storia recente della capitale tedesca. L’ aeroporto di Tempelhof resisterà. In un recente referendum i Berlinesi si sono schierati contro la proposta di destinare l’ area, che sorge proprio in centro e che dal 2009 è un parco, a nuove iniziative immobiliari. Non saranno costruiti né gli appartamenti, né la Biblioteca Nazionale, la nuova fermata della metropolitana, i negozi e la piscina che erano programmati. Magari un referendum fosse riuscito a bloccare in tempo anche la

La notte dei falò di Nusco

Notte buia, una delle più buie dell’ anno. E fredda. Ma dall’ oscurità sprizzano fuori dozzine di falò che rischiarano e riscaldano, ed attorno ad essi impazzano canti, balli e personaggi in maschera. E’ la notte dei falò di Nusco, in provincia di Avellino. Si mangia e si beve come se non ci fosse un domani. Siamo a quasi mille metri di altezza su un cocuzzolo circondato dai venti. Di giorno da qui si gode una vista stupenda sulla valle dell’ Ofanto che inizia ad allargarsi e sulle montagne dell’ Appennino meridionale. Ma adesso è notte, la notte di Sant’

Mix non metropolitani: il barbiere fotografo

E’ da tempo che credo di aver sfiorato il segreto dei barbieri; personaggi strambi, amanti delle parole, spesso innamorati del (loro) passato e restii ad accogliere i cambiamenti. Conosco barbieri in provincia che hanno ancora in negozio la poltrona a cavalluccio per poter meglio lavorare con i bambini. La seduta è rigorosamente di cuoio rosso, naturalmente. Andrea Semplici, che è un maestro, a Muro Leccese ha scovato il barbiere che vende giornali. Io sono andato un pelino più in là, più in profondità nell’ amabile lunaticità di questi signori; io ho scovato il “Barbiere Fotografo”. Si, sta scritto proprio così

Alle porte di una terra di nuvole e streghe

Qui c’è lo spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico, è il punto più alto delle montagne circostanti, bruna e cupa, la terra punta a Occidente. (Cees Nooteboom, Verso Santiago.) Quassù, a 1.300 metri di altitudine, c’è il regno del silenzio e delle nuvole. Questo è il loro capolinea; provengono dall’ Atlantico, si sono nutrite della sua umidità ed hanno percorso tutta la Galizia distribuendo pioggia e fertilità. Arrivate a O Cebreiro scaricano tutta l’ acqua che rimane. E non è poca. Dall’ altro lato delle montagne inizia l’ immensa ed arida meseta. Ma le cose vanno guardate al