Monopoli, città di mare e chiese

Monopoli, città di mare e chiese. Ogni angolo, infatti, nasconde una chiesa, nel centro storico di Monopoli. Ne ho contate almeno una dozzina. Una, la Chiesa Rettoria di Santa Maria del Suffragio, a fare concorrenza al Barocco della Cattedrale, proprio di fronte. Sotto le volte di passaggio si affacciano riproduzioni di immagini sacre “a divozione” del sopravvissuto di turno. In una città che ha sempre affidato la sua ricchezza al mare, gli scampati non dovevano essere pochi. Dal mare veniva la vita e poteva venire anche la morte. La salvezza ha sempre un che di soprannaturale. Questo Adriatico che si

Il Gargano è unico

Il Gargano è unico. Te ne accorgi già solo guardando la carta geografica: un pezzo di montagna isolato tra il Tavoliere ed il mare. È incongruo, lì ti aspetteresti solo pianura. Ed invece puoi salire fino a mille metri, quasi sempre con vista mare e le Tremiti all’ orizzonte. Ti aspetta un bosco di faggi, querce, aceri, carpini,  frassini,  farnetti, pini di Aleppo, ontani. È la Foresta Umbra. Qui i bambini possono giocare con i daini e si può fare picnic in riva ad uno stagno, osservati da tartarughe curiose. Il Gargano è unico perché è un posto dove per

La (sostenibile) leggerezza del ferro

È un fantasma ad accoglierci. Una forma evanescente, che sembra appena abbozzata. I raggi del sole che cala la attraversano senza difficoltà. Eppure è solida, solida come il ferro di cui è fatta. E’ un fantasma ma non sembra minaccioso; è lì per custodire la chiesa, che già si intravede. E’ una chiesa della stessa materia del fantasma: tonnellate metalliche attraversate dalla luce radente del tramonto. La (sostenibile) leggerezza del ferro. Si distinguono agevolmente le colonne, i capitelli, le capriate del tetto. E si distingue perfettamente il cielo, dietro. Il fantasma mi lascia passare senza difficoltà. Non c’è neanche bisogno

Nel tacco dello stivale

Il nostro viaggio in Puglia termina ad Est, ma molto ad Est. Altro che Paesi dell’ Est! Molti Polacchi abitano più ad Ovest… Già, ma siamo ancora in Italia. Incredibile, vero? Se guardiamo una carta geografica e da Otranto disegniamo una riga che punti direttamente a Nord, questa verticale arriverà dritta dritta a Stoccolma, sfiorando Budapest! Praga è molto più ad Ovest di Otranto e più occidentali sono anche Breslavia e Bratislava. Va bene, non siamo qui per digressioni geografiche. Siamo qui per fotografare e godere della bellezza di uno dei punti più estremi d’ Italia, in quel tacco dello

Gallipoli in chiaroscuro

“Bella Gallipoli!” L’ esclamazione è scontata appena racconti da dove sei tornato. Bella, sì certo. Ma quale Gallipoli? La città nuova, quella dove la gente vive, con la passeggiata a mare, negozi e servizi? O la Gallipoli vecchia? Si forse quest’ ultima, vero. Anche fuori stagione, però, l’ isola ed il dedalo di viuzze che portano verso il mare offrono sempre il meglio-peggio dello sfruttamento turistico. O forse è solo il peggio: la strada principale è quasi impraticabile per la folla e le bancarelle;  la cattedrale barocca è sommersa dall’ invadenza di venditori di spugne, pesci imbalsamati made in China

Dal Roccocò alla bellezza negletta

La bellezza di Taranto dorme in provincia: vi aspetta l’orgoglio ostentato di Martina Franca, resa barocca dal tentativo superbo e cafoneggiante dei latifodisti del posto di rivaleggiare con Napoli capitale. Le loro case imbiancate a calce si adornarono allora di portali elaborati, frontoni senza pudore nella loro ridondanza. E sorsero chiese quasi più grandi della piazza destinata ad ospitarle. Sembra sempre di essere in Spagna: il sole batte implacabile sulla pietra e crea riflessi e vampe di calore. Per sfuggire all’ arsura ci si rifugia sotto gli ombrelloni dei bar di Piazza Plebiscito, dominata dal Roccocò della cattedrale di San

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi

Case bianche si stagliano su morbide alture che guardano al mare, digradando in mezzo agli uliveti. Calce candida si alterna ai balconi barocchi ed alle chiese in pietra dorata che si infiamma al tramonto. Colonne barocche si intorcigliano verso il cielo e spingono il santo di turno lassù a vigilare sul mondo. Sotto, si apre una piazza fiorita di caffè. Giovani ed anziani amano incontrarsi qui per due chiacchiere, un bicchierino o una partita a carte: c’è un pezzo di Spagna catapultato su un terreno carsico, punteggiato di doline, ricoperto di oliveti secolari, cotto dal sole per quasi tutto l’

Trani, gioiello d’acqua e pietra

Gioiello di acqua e pietra, Trani fu nel Medio Evo un porto importante. E fu luogo di residenza di numerosi mercanti ebrei, che proprio da qui potevano controllare i loro traffici in entrata ed in uscita. D’ altronde avevano ottenuto da Federico II il monopolio della lavorazione e rivendita della seta grezza in tutto il Sud Italia. Il centro della città era il loro regno. Qui avevano i loro magazzini pieni di spezie, tessuti pregiati, pietre preziose. Qui c’ erano i loro luoghi di culto. La vecchia Trani si attorciglia attorno  ad una minima altura e porta ancora ben evidenti

Lesina fuori stagione: la danza immobile

Lesina fuori stagione: pietra bianca e silenzio affacciati su una striscia di lago. All’ ora di pranzo, i sandali riposano in secca, la laguna è possedimento esclusivo di volatili alla ricerca anche loro di un pasto. La chiesa parrocchiale sta come un faro sul punto più alto del paese. Dà l’ orientamento giusto anche dal punto più panoramico della zona. Che è lungo l’ autostrada pochi chilometri prima del casello. Dalla cima di una collina la vista è splendida sul paese ed alle sue spalle il lago e poi il mare. L’ orizzonte è impreziosito dalle isole Tremiti, a volte