Ammassalik, il lato nascosto della Groenlandia

La mostra Se i miei racconti dell’ Artico hanno acceso in voi almeno un briciolo di curiosità su quelle terre remote e sull’ affascinante cultura inuit. Se abitate nelle vicinanze di Courmayeur. Oppure se avete progettato una settimana bianca in Valle d’ Aosta, vi consiglio di non perdervi l’ interessantissima mostra Ammassalik – il lato nascosto della Groenlandia. Verrà inaugurata il 24 dicembre al Museo Alpino Duca degli Abruzzi di Courmayeur, e ospiterà, anche una serie di fotografie realizzate dal sottoscritto assieme ad altri splendidi scatti di fotografi che hanno avuto la fortuna di visitare quelle terre remote.La mostra sarà

La valle dei fiori

Poco fuori Tasiilaq. Ai limiti del ghiaccio perenne. In una delle zone più desolate ed inospitali del mondo. Qui l’ inverno dura nove mesi e per sei mesi la luce del sole è un pallido ricordo dell’ anno precedente. Eppure qui c’è la Valle dei Fiori. E’ una valle glaciale lungo la quale scorre un torrentello cortissimo, ma così corto che lo abbiamo risalito tutto, dalla foce, nel porto di Tasiilaq, alla sorgente, che è poi un lago di fusione. Sarà pure corto, ma è full optional: ci sono due cascate molto pittoresche ed un’ ansa dove l’ acqua scorre

Polar stream

Lungo la costa della Groenlandia Orientale scorre il Polar Stream. E’ la più grande corrente di tutto il bacino artico. Trasporta dal Polo Nord verso Sud acqua gelida e con bassa salinità a causa della scarsa evaporazione e sopratutto dell’ enorme apporto di acqua dolce fornito dagli iceberg in scioglimento. Più del novanta per cento del ghiaccio che proviene dalla banchisa polare scorre assieme al Polar Stream dell’ estremo Nord lungo la costa groenalndese. Una volta doppiato Capo Farvell la corrente ed il ghiaccio si dirigono verso sud ovest e le coste canadesi ed americane. Al largo di Terranova questo

La pelle dell’ orso

L’ ho vista per caso, perché stavo fotografando i cani da slitta e guardavo verso il basso. Lei invece era sul tetto della sua casa e stendeva la pelle dell’ orso per farla seccare. Qui la pelle dell’ orso appartiene a chi ha avvistato per prima l’ animale e non a chi l’ ha ucciso. Evidentemente in quella casa abita qualcuno con un’ ottima vista. L’ orso bianco, in realtà è nero. Ve ne accorgete guardando il muso e le zampe, le uniche zone del corpo che non sono completamente ricoperte dai peli: sono nere. Sono i peli a dare