Eger: vino, Barocco e storia

La signora alla cassa dell’ ingresso del castello, prima stacca il biglietto ed incassa premurosamente i suoi fiorini, poi mi avvisa che gran parte dell’ area non è visitabile, perché ci sono dei lavori in corso. “Avresti potuto dirmelo prima” penso, ma entro lo stesso. Il castello Il castello di Eger non è solo un simbolo della città, ma della stessa Ungheria. L’ epopea della sfortunata resistenza ungherese all’ invasore infedele si incardina nella vasta e monotona piana di Mohács ed in questo castello sulla collina da dove si gode un bel panorama della città. E’ mattina presto, sono uno

Le scarpe sul Danubio

Se già lo sapete, ve lo aspettate. Scarpe di bronzo Altrimenti, passeggiando a Budapest lungo la riva sinistra del Danubio ed avvicinandovi al neogotico Palazzo del Governo (uno degli edifici più fotografati della capitale ungherese) potrebbe sorprendervi la vista di un mucchio di scarpe di bronzo allineate in modo disordinato proprio sul bordo del lungofiume. Scarpe da uomo, stivali, scarpe da donna con i tacchi, scarpette per bambini. Arte moderna. Si certo. Ma non solo. Quelle scarpe sono un monumento, uno degli innumerevoli memoriali della brutalità nazifascista. La storia Agli inizi del 1945 la seconda Guerra Mondiale stava volgendo alla

Ocrida, perla di lago

Innanzitutto, la bandiera macedone secondo me è una delle più belle che ci siano.È un sole giallo in campo rosso.Ad Ohrid (Ocrida in Italiano) due megabandiere macedoni sono visibili un po’ da ogni angolo. Una sorge proprio sulla sommità della collina della città vecchia, e l’ altra al limite del porto. Ocrida ed il suo lago, patrimonio UNESCO Ocrida, è una bella città antica, e sorge sulle rive del lago che porta il suo nome. Un lago enorme e profondo, che dicono sia il più antico d’ Europa, con un’ età di oltre un milione di anni. Entrambi, la città

Lo spettacolo del tramonto a Zara: il Saluto al sole

Il più bel tramonto del mondo? Il tramonto, a Zara, è uno spettacolo. Alfred Hitchcock, che di immagini se ne intendeva, usava dire che dalla riva zaratina si può godere del più bel tramonto al mondo.  Ma dai tempi del maestro del thrilling qualcosa è cambiato, non solo nel cinema. Quando è sera a Zara, ed il sole si avvicina all’ orizzonte, il mare, il cielo e la terra di fondono in uno spettacolo psichedelico che non ha uguali, capace di unire i colori della tecnologia a quelli del tramonto in un unico spettacolo. Il waterfront della città dalmata non

Una Grecia non convenzionale: Prespa

Bisogna venirci proprio apposta qui. Superare le mille e anta gallerie della nuova autostrada, meravigliarsi davanti ai cartelli di pericolo attraversamento orsi, salire fino ai 1200 metri epirioti dai quali finalmente si vedono per la prima volta i laghi Prespa, che fino ad oggi erano solo un nome sul blu della carta geografica. Ma come raccontava Annemarie Schwarzenbach i nomi sono molto più che indicazioni geografiche, i nomi sono suono e colore, sogno e ricordo, mistero, magia. E non è disincanto quello che si prova, ma piuttosto l’inizio di un processo meraviglioso, quando un giorno li ritroveremo, carichi di splendore

L’ Isola delle Correnti: a Sud di Tunisi, ancora in Italia

Giù, giù, giù fino alla punta estrema della Sicilia, e poi ancora verso Sud, a piedi lungo una passerella di pietra che emerge solo con la bassa marea. E che spesso il mare porta via. Ed alla fine, finalmente eccoci. Abbiamo poggiato i piedi sull’ Isola delle Correnti, il punto più meridionale d’ Italia. Siamo più a Sud di Tunisi, praticamente all’ altezza di Algeri eppure siamo ancora in Italia. Qui, in questo silenzio, si incontrano i venti e si scontrano le correnti di due diversi mari. Non c’è nessuno, più deserto del deserto della Tunisia. Se volete trovare compagnia, qui

Danzando sulla frontiera

Giocare con i confini mi è sempre piaciuto. Sin da quando ero bambino. Seguire le righe tratteggiate sulle tavole di un atlante, inscenare invasioni e ritirate o sognare di occupare un paese con un solo piede, come fece davvero una volta mia nonna alla sbarra triestina che divideva l’Italia dalla Jugoslavia. Solo che a quei tempi i confini erano una cosa seria. Garitte e filo spinato. Attese in coda con il passaporto in mano per ottenere il necessario visto. E sempre un po’ di batticuore. In fondo li costruivano apposta così i confini. Per intimorire. E questo quando la frontiera

Al centro dell’ Islanda, un deserto di lava e ghiaccio

La valle si stendeva fino alle foschie dell’orizzonte orientale e oltre. Una terra quieta, fatta di fertile suolo nero, solcata da vasti, lenti fiumi, punteggiata di mille piccoli laghi che riflettevano la luce del sole come mille specchi. Se Catelyn Stark di Casa Tully fosse stata la nostra guida alla scoperta del centro dell’’ Islanda, avrebbe presentato così l’ interno dell’ isola. Qui non ci sono più né case né uomini ma solo pecore e cavalli. I cellulari non hanno campo e le strade sono sterrati che si affidano alla clemenza del tempo e della lava. Questo è il regno

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi

Case bianche si stagliano su morbide alture che guardano al mare, digradando in mezzo agli uliveti. Calce candida si alterna ai balconi barocchi ed alle chiese in pietra dorata che si infiamma al tramonto. Colonne barocche si intorcigliano verso il cielo e spingono il santo di turno lassù a vigilare sul mondo. Sotto, si apre una piazza fiorita di caffè. Giovani ed anziani amano incontrarsi qui per due chiacchiere, un bicchierino o una partita a carte: c’è un pezzo di Spagna catapultato su un terreno carsico, punteggiato di doline, ricoperto di oliveti secolari, cotto dal sole per quasi tutto l’

La Via Regia

Görlitz, estremo Est di quella che era una volta la Germania Est. Ai tempi di quando ero giovane, questo posto era ben aldilà della Cortina di Ferro. Luoghi irraggiungibili. Credereste di poter trovare proprio qui la conchiglia del Cammino di Santiago? No inimmaginabile. Eppure c’è. Il porticato risale dalla Neisse; dall’ altra parte del fiume è sempre Görlitz, ma si chiama Zgorzelec  e siamo in Polonia. Da qui si va verso il Duomo di Görlitz e poi si prosegue ancora per settimane e settimane di cammino, verso l’ Oceano Atlantico. La Via regia è il più lungo collegamento terrestre d’

E il vincitore è….

E il vincitore è……. Beh per una volta sono io! Da oggi sono fieramente in possesso di un coupon per ottenere gratis una splendida stampa fotografica su vetro, realizzata da Fracture! Ma come avrai fatto, direte voi…beh semplice, ho vinto un concorso fotografico! E l’ ho vinto con la fotografia qui sopra, che considero una delle migliori da me realizzate finora. Ho scattato questa foto un paio di anni fa in Cappadocia, poco fuori l’ abitato di Cavusin. Per trovare questa luce ho dovuto svegliarmi prima dell’ alba ed avviarmi per tempo, prima che tutte le mongolfiere fossero già decollate.

Hejaz Railway: un sogno nel deserto

AGGIORNAMENTO e SPOILER Questo articolo è stato scritto prima della guerra civile siriana. La stazione Hejaz di Damasco è stata seriamente danneggiata durante i combattimenti e non so in che stato si trovi adesso. Non ho informazioni, ma è verosimile che anche la linea ferrata nella sua tratta siriana, verso Amman, sia danneggiata. Qualcuno ebbe un sogno, e riuscì anche a realizzarlo: viaggiare da Parigi ai luoghi santi musulmani con soli due cambi di treno, ad Istanbul ed a Damasco, ed un breve viaggio in vaporetto per attraversare il Bosforo. Erano i tempi del mitico Orient Express e la realizzazione