Schwabenweg: il Cammino di Santiago in Svizzera

Costanza, estremo Sud della Germania. Città portuale, proprio lì dove il lago che in Italiano porta il suo nome diventa nuovamente Reno e si avvia al suo lungo viaggio verso Nord.Città di confine, che esibisce i suoi dehors, i ristoranti aperti fino a tardi e le sue passeggiate serali; impietoso il confronto con Kreuzlingen, la sua dirimpettaia svizzera che di divertente al massimo ha da offrire un bel parco giochi per bambini. Costanza fu sede di un Concilio che pose fine allo scisma d’ Occidente. Tra una cosa e l’ altra condannò anche a morte e bruciò sul rogo Jan

Il lampionaio di Breslavia

Per due volte lo avevamo mancato. Il sole iniziava a calare dietro il fiume, le guglie gotiche della cattedrale rosseggiavano, ma del lampionaio di Breslavia neanche l’ ombra. Eravamo arrivati troppo presto, ed aspettare a lungo non é facile quando si é in giro con una figlia di due anni. Eppure prima o poi il lampionaio doveva materializzarsi per forza lungo le stradine acciottolate dell’ Isola della Cattedrale. In questi giorni i tramonti di Wroclaw sono splendidi e coloratissimi, sarebbero uno sfondo perfetto per il lampionaio al lavoro. Ma ci abbiamo già provato due volte e non siamo stati fortunati.

Uno strano incontro

Uno strano incontro a Camogli: mattino presto di una soleggiata giornata ottobrina. Non è più tempo di turisti e lungo la passeggiata a mare c’è solo qualche pensionato con il suo cane. Si sentono solo le onde, i negozi sono ancora chiusi. Oltre l’ arco il porticciolo, anch’ esso ormai privo di ressa. È il momento del ritorno delle barchette dei pescatori: le reti sono state in acqua tutta la notte ed all’ alba si va a raccogliere il pescato. Le reti non sono più piene, il nostro Mediterraneo è sempre più povero di pesce. Ogni barca ha quanto basta

Alle porte di una terra di nuvole e streghe

Qui c’è lo spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico, è il punto più alto delle montagne circostanti, bruna e cupa, la terra punta a Occidente. (Cees Nooteboom, Verso Santiago.) Quassù, a 1.300 metri di altitudine, c’è il regno del silenzio e delle nuvole. Questo è il loro capolinea; provengono dall’ Atlantico, si sono nutrite della sua umidità ed hanno percorso tutta la Galizia distribuendo pioggia e fertilità. Arrivate a O Cebreiro scaricano tutta l’ acqua che rimane. E non è poca. Dall’ altro lato delle montagne inizia l’ immensa ed arida meseta. Ma le cose vanno guardate al

Musica (classica) in piazza

La cattedrale di Santiago de Compostela è circondata da piazze; tra l’ una e l’ altra ci sono passaggi, archi, scale. Praza do Obradoiro è il palcoscenico  del rito quotidiano dell’ arrivo dei pellegrini che hanno seguito il Cammino di Santiago e che  finalmente – dopo centinaia e centinaia di chilometri a piedi -svoltano l’ ultimo angolo e sono di fronte all’ elaborata facciata della chiesa. Sulla sinistra c’è un arco sotto il quale di solito si esibiscono artisti di strada: suonatori di zampogna, di flauto o di chitarra, mimi e cose del genere. Si sente musica un po’ dappertutto

In Mali, il secolo scorso

Oggi, per una volta, niente fotografie: quelle purtroppo si sono perse nelle pieghe del passato. Oggi solo parole, per raccontarvi il fascino di un viaggio in Mali nel secolo scorso, effettuato solo pochi anni dopo quello di Cees Nooteboom, uno dei miei scrittori di viaggio preferiti. Caro Cees (può un tuo affezionato lettore assumersi l’ ardire di darti del tu?) Tu a Mopti ci sei andato in aereo, io in pinasse. Ho goduto del suo ritmo lento, ammaliante, quasi ipnotico lungo le acque basse e limacciose del Niger, che è un fiume strano, molto Africano mi verrebbe da dire, per

Il batterista sotto il sole di mezzanotte

I bambini inuit giocano da soli in queste giornate estive, calde e senza notti. Tra gli Inuit il tipo di rapporto che si instaura tra adulti e bambini è piuttosto differente rispetto a quello che caratterizza il mondo occidentale. I bambini sono molto amati e coccolati, ma raramente restano attaccati alle gonnelle della mamma: godono anzi di una notevole indipendenza fin dalla più tenera età. Possono molto frequentemente decidere in modo autonomo come agire e come occupare il proprio tempo e dispongono anche di una certa libertà nel trascorrere le giornate o la notte presso parenti o amici. Questo tipo

Lo strano caso del paese fantasma

L’ isola di Angmassalik è lunga quaranta chilometri e larga trentadue; ha una forma pressappoco romboidale, con l’ asse maggiore orientato in direzione Nord-Sud. E’ un’ isola di granito levigato dal ghiaccio, montagnosa, caratterizzata da numerose valli piccole e profonde, anch’ esse modellate dall’ erosione glaciale. Solo le cime delle montagne spesso restano aguzze; evidentemente in passato erano nunataq: un termine inuit che indica un picco montagnoso che emerge dalla calotta polare. Ed anche una persona cattiva. Il mare che la separa dall’ isola-continente si insinua in forma di fiordi di varia dimensione ed ampiezza; Angmassalik si affaccia sul mare

Le case sulla roccia

C’è un particolare aspetto dei paesaggi artici antropizzati che mi ha sempre colpito, sin da quando, bambino, sfogliavo gli atlanti e sognavo; e no, non sono gli iceberg ed i ghiacciai o la assoluta mancanza di alberi. Si tratta del fatto che le case sono costruite sempre direttamente sulla roccia. A Tasiilaq gran parte delle abitazioni sono realizzate nei pressi del mare, su una serie di piccoli rilievi di granito appiattito dalle glaciazioni ma tuttavia durissimo da lavorare. Il paese sorge in una conca che da un lato digrada lentamente verso il litorale del fiordo e dall’ altro si innalza

La valle dei fiori

Poco fuori Tasiilaq. Ai limiti del ghiaccio perenne. In una delle zone più desolate ed inospitali del mondo. Qui l’ inverno dura nove mesi e per sei mesi la luce del sole è un pallido ricordo dell’ anno precedente. Eppure qui c’è la Valle dei Fiori. E’ una valle glaciale lungo la quale scorre un torrentello cortissimo, ma così corto che lo abbiamo risalito tutto, dalla foce, nel porto di Tasiilaq, alla sorgente, che è poi un lago di fusione. Sarà pure corto, ma è full optional: ci sono due cascate molto pittoresche ed un’ ansa dove l’ acqua scorre

Polar stream

Lungo la costa della Groenlandia Orientale scorre il Polar Stream. E’ la più grande corrente di tutto il bacino artico. Trasporta dal Polo Nord verso Sud acqua gelida e con bassa salinità a causa della scarsa evaporazione e sopratutto dell’ enorme apporto di acqua dolce fornito dagli iceberg in scioglimento. Più del novanta per cento del ghiaccio che proviene dalla banchisa polare scorre assieme al Polar Stream dell’ estremo Nord lungo la costa groenalndese. Una volta doppiato Capo Farvell la corrente ed il ghiaccio si dirigono verso sud ovest e le coste canadesi ed americane. Al largo di Terranova questo

La pelle dell’ orso

L’ ho vista per caso, perché stavo fotografando i cani da slitta e guardavo verso il basso. Lei invece era sul tetto della sua casa e stendeva la pelle dell’ orso per farla seccare. Qui la pelle dell’ orso appartiene a chi ha avvistato per prima l’ animale e non a chi l’ ha ucciso. Evidentemente in quella casa abita qualcuno con un’ ottima vista. L’ orso bianco, in realtà è nero. Ve ne accorgete guardando il muso e le zampe, le uniche zone del corpo che non sono completamente ricoperte dai peli: sono nere. Sono i peli a dare

La baia degli iceberg spiaggiati

La marea sale e scende nel fiordo di Re Oscar, e nel suo oscillare lascia centinaia di prigionieri. Sono pezzi di ghiaccio avvicinatisi troppo a riva. Ora, con il calare del livello del mare si ritrovano a secco e formano la baia degli iceberg spiaggiati. Sono lì immobili e mostrano tutti i 9/9 del loro essere e non le solite minoranze emergenti e tutto il resto nascosto dall’ acqua. Sono ciò che rimane del freddo dell’ inverno sul fiordo. Ma a differenza degli iceberg, che sono vere e proprie montagne di ghiaccio, sono frammenti con una forma particolare, quasi un

Tasiilaq ed il suo fiordo

(Questa è la seconda puntata. L’ inizio della storia è qui ) Visto dall’ alto di uno dei colli dove sorge l’ abitato di Tasiilaq, in un giorno di sole il Kong Oskar Havn appare calmo ed azzurrino, punteggiato di schegge di ghiaccio. Lo si direbbe quasi un lago glaciale. Ed infatti il nome di questo villaggio in lingua inuit significa Come un lago. Ma se scendiamo lungo il fianco della collina ed arriviamo fino sulla riva, possiamo agevolmente verificare che quell’ acqua è salata. Tasiilaq si bagna infatti nelle acque di una baia dall’ imboccatura molto stretta che da

A volte capita.

A volte capita: un pizzico di iniziativa “creativa”, una buona dose di fortuna e si porta a casa la foto progettata e tanto attesa ma che sembrava ormai irrimediabilmente impossibile da scattare. A me è successo a Salisburgo: ero lì con mia moglie per un po’ di foto della città vecchia e dei suoi angoli barocchi. Avevo deciso che avrei atteso il tramonto per salire sulla collina della Fortezza, che si alza per un centinaio di metri a picco sul centro storico. Avrei poi approfittato della luce calda e radente della sera primaverile per un po’ di panoramiche della città.