O Cebreiro: tra Pallozas e il Miracolo del Graal

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Galizia. Alle porte di una terra di nuvole e streghe. Pallozas

Qui c’è lo spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico, è il punto più alto delle montagne circostanti, bruna e cupa, la terra punta a Occidente.

(Cees Nooteboom, Verso Santiago.)

Dopo l’infinita pianura e il sole implacabile della meseta, il Cammino di Santiago si impenna. I viandanti arrivano qui, a O Cebreiro, stanchi per la salita e disorientati. Abituati al caldo secco, si ritrovano improvvisamente catapultati in un altro mondo, un regno di vento sferzante e nuvole basse che avvolgono ogni cosa.

Quassù, a 1.300 metri di altitudine, c’è il regno del silenzio e delle nuvole. Questo è il loro capolinea; provengono dall’ Atlantico, si sono nutrite della sua umidità ed hanno percorso tutta la Galizia distribuendo pioggia e fertilità. Arrivate a O Cebreiro scaricano tutta l’ acqua che rimane. E non è poca. Dall’ altro lato delle montagne inizia l’ immensa ed arida meseta.

Fa anche freddo a O Cebreiro.

E siamo in estate.

Galizia. Alle porte di una terra di nuvole e streghe. Pallozas

È qui che, tra i banchi di nebbia, appare un segnale: i tetti conici di paglia delle pallozas. Queste antiche abitazioni in pietra, di probabile origine celtica, sorgono come funghi dal terreno e annunciano al pellegrino che la fatica più grande è terminata. Un tempo dimore vissute e rifugi per i viaggiatori, oggi queste strutture dalla forma ellittica sopravvivono come un frammento di passato, cristallizzato dall’UNESCO. I pellegrini non si rifocillano più al loro interno, ma nel ristorante accanto, ospitato in una solida casa di pietra.

Il sollievo per la meta quasi raggiunta riaccende il buonumore. “Ce l’ho fatta, Santiago è dietro l’angolo”, pensano in molti. Si sbagliano, certo, manca ancora una settimana di cammino, ma l’illusione basta a ritrovare le forze prima di prepararsi per la notte nell’ ostello costruito dai  monaci di Cluny, arroccatisi anche qui a presidiare il collo di bottiglia attraverso il quale doveva necessariamente passare tutto il traffico diretto verso le coste atlantiche. Ci sono rimasti per secoli, i monaci, su questo sperduto cocuzzolo di montagna. Finché l’ apertura di nuove strade carrozzabili rese il cammino di Santiago strategicamente meno importante.

Il paesaggio della Galizia è pieno di fiabe e proverbi, streghe e maghi, di apparizioni inattese e boschi fatati, spiriti volanti e nebbie celtiche, anche chi cammina solo per qualche ora nella penombra e poi prosegue per tutta la notte si sente prigioniero di una chimera, il sentiero non è un sentiero, i cespugli sono cavalli.

(Cees Nooteboom, Verso Santiago.)

Ma O Cebreiro non è solo antiche dimore. A pochi passi, un altro edificio custodisce il segreto più famoso del monte: la chiesa di Santa Maria la Real. Prima di sera, tutti trovano il tempo per visitarla. Sebbene l’edificio attuale sia una ricostruzione del XX secolo, eretta sulle fondamenta di un tempio pre-romanico, il suo valore non risiede nelle mura. Il vero tesoro è custodito al suo interno: il calice e le reliquie del leggendario miracolo del Santo Graal.

La tradizione vuole che, in un gelido giorno d’inverno, un contadino di un villaggio vicino sfidò una terribile bufera di neve per assistere alla Messa. Giunto in chiesa, trovò il sacerdote celebrare la funzione con scarsa fede. Vedendo l’enorme sforzo del contadino, il prete lo schernì, deridendo la sua devozione per “un pezzo di pane e un po’ di vino”. In quell’istante, l’ostia e il vino sull’altare si trasformarono miracolosamente in carne e sangue.

Un evento così prodigioso come il miracolo, avvenuto nel cuore del Medioevo, non poteva passare inosservato. Fu confermato da Papa Innocenzo VIII, una figura non di secondo piano nella storia della Chiesa e neanche nella storia della Spagna. Fu infatti il Papa che diede avvio alla caccia alle streghe e che nominò Torquemada Grande Inquisitore di Spagna. Insomma un tipetto tutt’ altro che liberale e malleabile.

Secoli dopo, nel 1486, i futuri Re Cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, si fermarono qui durante il loro pellegrinaggio a Santiago. Il prezioso reliquiario che oggi custodisce la carne e il sangue del miracolo, e che compare persino nello stemma della Galizia, fu proprio un loro dono.

Quando scende la sera, O Cebreiro si trasforma.

Pallozas, sentiero, chiesa: tutto inizia a sfumare nel buio, avvolto dalle nuvole. È davvero giunto il tempo di prepararsi per la notte, sospesi sulla cima di una montagna al confine con una terra che sa di favole e di streghe, di fate del bosco, spiriti volanti e antiche nebbie celtiche.

È la porta d'accesso alla Galizia per chi percorre il Cammino di Santiago. Cebreiro venne fondata prima dell'arrivo dei Romani, come testimoniano le "pallozas", abitazioni di pietra dalla forma ellittica con tetti di paglia, di probabile origine celtica. Un altro sito di interesse e valore storico è la chiesa preromanica di Santa Maria la Real, fondata nell'XI secolo dai monaci benedettini.  Il paesaggio della Galizia è pieno di fiabe e proverbi, streghe e maghi, di apparizioni inattese e bo¬schi fatati, spiriti volanti e nebbie celtiche, anche chi cammina solo per qualche ora nella penombra e poi prosegue per tutta la notte si sente prigioniero di una chimera, il sentiero non è un sen¬tiero, i cespugli sono cavalli, la voce che sento viene da un altro mondo. E fa anche freddo, quando arrivo in cima al Cebreiro ne¬vica, entro in una di quelle capanne di pietra preistoriche, pallo- zas, bassa, scura, pavimento di terra, mobili che sono ancora quasi alberi, pentole annerite che un tempo erano appese sopra un fuo¬co in mezzo alla capanna, permane odore di fumo, il tetto aguzzo di canne intrecciate, come le capanne dei Dogon nel Mali. Ven- t’anni fa qui ci viveva ancora della gente, nove di queste costru¬zioni sono conservate, ma non c’è più nessuno che accenda il fuo¬co, eppure un tempo tutta l’Europa passava di qua perché in cima a questa montagna era accaduto un grande miracolo: un contadi¬no credente, un monaco miscredente, la vera carne, il vero san¬gue, il calice che lo contenne c’è ancora, perfino i re cattolici ven-nero a vederlo.
Anche qui i monaci di Cluny avevano un ostello, se ne anda¬rono appena nel secolo scorso, in silenzio, come chi è stato in un luogo per mille anni e ora volta l’ultima pagina di un libro molto spesso che chiude per sempre, una storia passata di potere, fede e politica, che per secoli ha dominato la storia d’Europa. C’è anco¬ra, quell’ostello, sembra quasi che sia stata la montagna stessa a costruirlo, brilla quella pietra grezza e fredda, la chiesa attigua del ix secolo è altrettanto scostante, il cammino doveva essere duro e faticoso prima di avvistare l’obiettivo. Qui c’è lo spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico, è il punto più alto delle montagne circostanti, bruna e cupa, la terra punta a Occidente. Cees Nooteboom, Verso Santiago.
Pedrafita do Cebreiro (Spanish: Piedrafita del Cebrero) is a municipality in the province of Lugo in Galicia, Spain. It borders the Lugo municipalities of As Nogais, Cervantes, Folgoso do Courel, Samos and Triacastela. Its eastern boundary borders the province of León. It belongs to the comarca of Os Ancares.

The French Way of the Way of St. James enters Galicia from León through the municipality and passes through the village of O Cebreiro. The village has some pallozas, including one that houses a small ethnographic museum. The Royal St. Mary's Church, also known as the Church of St. Benedict, was built in O Cebreiro in 1965–71 on the foundations of a pre-Romanesque church rediscovered in 1962. The history of the town is strongly influenced by the importance of its port, the importance it has in the Camino de Santiago and the main gateway to the north of Galicia. The pallozas, archaic type of homes from which some specimens are preserved in the village of O Cebreiro, testify to a settlement before the Romans. Some of them have been restored to house an ethnographic museum and a refuge for pilgrims. The Port of Piedradita was crossed by a Roman road that led from Astorga to Triacastela, on the interior the ancient Galicia. Later that road gave way to medieval roads leading to Camino de Santiago and a Camino Real.

The religious importance of this step was reinforced by the legendary miracle of the Holy Grail, which occurred in O Cebreiro, and since then a must for the Jacobean pilgrims. In 1486 the Catholic Monarchs, on a pilgrimage to Santiago, stopped at the monastery of O Cebreiro and donated the shrine where the relics of the miracle. The old Romanesque monastery chalice appears in the arms of Galicia.

The road also had great importance in the Spanish War of Independence, due to its strategic position between León and Galicia. In 1809 it was used by the Scottish troops of General John Moore, in his retreat to La Coruña as he was pursued by the French. Several hundred British were killed due to the harshness of that winter. During this period, the relics of O Cebreiro were hidden in the village of Foxos, but the documents of the monastery were destroyed.

From the nineteenth century Piedrafita do Cebreiro was a passage of the first modern highway between Galicia and the plateau. In the twentieth century it became the first motorway, which crosses the harbor by two tunnels.

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4 commenti

  1. Lucio Napodano

    Sei grande! Lucio

  2. Wonderful photographs; though on about half of the images I would have felt more comfortable with a lessening of your ‘Tone Mapping’. A little make the image “pop”; VERY STRONG effects make the image more about the enhancement, less about what you saw when you made your picture in the first place. Just as a suggestion: you may find that by first making a copy of your original image as a separate layer you convert to a ‘Smart Object’, then enhancing that layer AND LATER reduce its opacity *above your original image* below the Smart Object layer. This way, Giussepe, you get to make a more subtle “hybrid” of the two. (I can direct you to a 12 minute screencast I made that explains my preferred workflow between Lightroom and Photoshop and whatever enhancement-plugins one cares to work with. I don’t want to do that here in my initial comments. That’s too spam’y.) Cheers, mm

  3. Le foto e la scrittura sanno trasportarti nella storia dei luoghi … Complimenti

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