Cervia al tramonto: Acqua rossa e sale candido.

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Riflessi di salina - Cervia

Visitare la salina di Cervia al tramonto, certo, perché no?

Le acque basse e rosse incrostate di sale bianco, e magari anche un bel fenicottero rosa che ci si riflette dentro: un sogno fotografico.

E quale momento migliore se non d’ estate, quando la luce calda e radente dura dio più e sembra quasi non voler scomparire?

La visita della salina di Cervia al tramonto si può fare, di sabato  in estate. Basta prenotare.  Ed io l’ho fatto.

Peccato che non si possa prenotare anche il meteo preferito!

Sabato di tempesta

Ho scelto un sabato con largo anticipo. Niente previsioni del tempo. Ma d’ altronde era piena estate. E comunque era l’ unico sabato che avevo a disposizione.

E’ stato l’ unico giorno di tempesta di tutta la stagione

Le nubi hanno iniziato ad addensarsi all’ orizzonte appena ci siamo diretti verso l‘ imbarcazione che ci avrebbe condotto nel cuore della salina.

Il tempo di salire in barca, avviare i motori elettrici ed ecco le prime gocce, che si sono presto trasformate in acquazzone. Ed andava peggiorando. C’ erano lampi e saette, eravamo in mezzo all’ acqua, ed io anche con un bel pezzo di metallo in mano.

Insomma, oltre ad essere poco piacevole, era anche pericoloso ed allora i ragazzi del Centro Visite sono  stati costretti ad invertire la rotta e siamo tornati  alla base, grondanti d’ acqua e per niente contenti.

Per me non ci sarebbe stato un altro tramonto in salina.

Ma di giorno sì, di giorno sono riuscito a visitarla la Salina di Cervia, anche se il sole era  a picco. Ombra in salina è una parola sconosciuta ed il termometro indicava temperature troppo vicine ai 40 gradi non solo per i miei gusti ma anche per la salute della mia Pentax.

La salina Camillone

A bordo delle stesse barche elettriche, navigando su distese d’ acqua placida, siamo arrivati alla salina Camillone, l’ unico posto a Cervia dove il sale viene  raccolto a mano  e  l’ industrializzazione non è ancora arrivata.

Il raccolto del giorno - Salina Camillone - Cervia

Un minuscolo spicchio della salina, una specie di reperto archeologico dove il sale viene prodotto con i metodi antichi ed attrezzi da lavoro in legno, senza macchine. Ci lavorano dei volontari che si impegnano a tramandare la tradizione dei vecchi salinari.

Qui si produce, con il metodo della raccolta multipla, un centinaio di tonnellate all’ anno di sale purissimo, sale dolce di Cervia destinato alle migliori tavole; ed infatti ogni anno una parte del “raccolto” termina anche sul desco del Papa, come d’ altronde è accaduto per secoli ancora dal tempo in cui questi acquitrini erano territorio del regno Pontificio.

Cento tonnellate sembrano tante, ma pensate che il resto della salina di Cervia, quella industrializzata, di tonnellate ne produce cinquemila all’ anno. Ed è una salina  piccola.

L’ estate in salina

Sotto questo sole di piena estate le ombre scompaiono completamente e la distesa di bacini acquatici della salina, senza un albero, senza un cespuglio, si tramuta in un paesaggio bidimensionale. Ma  i colori,  quelli si che ci sono, e creano una  nuova concretezza geometrica, quasi un quadro di Mondrian. Rettangoli e colori.

Cervia al tramonto – Acqua rossa e sale candido“.Cervia al tramonto – Acqua rossa e sale candido“.

I rossi si slavano nel sole, ma il bianco del sale è quasi accecante, il celeste del cielo va a morire nell’ orizzonte piatto della val Padana e macchie di giallo e di verde completano il set astratto.

Questo mondo piatto è in grado di trasformare in una duna anche la più piccola asperità del terreno figurarsi se possono passare inosservate le torrette che si trovano ad intervalli più o meno regolari lungo i bordi delle vasche. Sono garitte dove prestavano servizio i finanzieri ai tempi in cui il sale era un monopolio dello Stato. Erano lì ad osservare e per impedire furti e contrabbando. Di sale ovviamente.

Garitta della Finanza - Salina di Cervia
Fanghi termali

Le vasche si susseguono con  geometrica monotonia, e ad ogni vasca la salinità dell’ acqua aumenta, fino a che tutto si trasforma in una massa densa e fortemente salina.

Quando le acque si trasferiscono da un settore all’ altro lasciano dietro di sé un fango carico dei sali più pesanti, che vengono scaricati dall’ acqua di mare prima del cloruro di sodio. Non sono sali commestibili, ma hanno importanti  proprietà benefiche, e vengono anch’ essi raccolti assieme al fango che li contiene. Il tutto viene poi  trasferito alle terme di Cervia, dove si va per farsi coccolare e curare.

Ma noi quel fango adesso lo abbiamo a disposizione sotto i nostri piedi, gratis ed in quantità inimmaginabili. Quindi ne approfittiamo!

Piedi nel fango - Salina di Cervia

Camminare nel fango della salina regala una strana  sensazione: si affonda fino alle caviglie in una massa saponosa ed unta come burro, che poi tende immediatamente a solidificarsi attorno al piede . Ma dopo pochi istanti ci si rende conto che quella specie di stivaletto ortopedico è fatto di fango bollente,  oltre i quaranta gradi, e finché non ti si raffredda attorno al collo del piede la  sensazione è un po’ come quella della passeggiata sui carboni ardenti.

La vasca salante

Terminata l’ ordalia, arriviamo infine al vero cuore della salina, la vasca salante, allagata di acqua madre.

Senza accorgercene abbiamo varcato un limite invisibile, la soglia della trasfigurazione cromatica del paesaggio.

Paesaggio rosso - Salina di Cervia acqua rossa e sale candido

Fin qui gli occhi sono stati inondati di azzurro, bianco e verde. All’ improvviso tutto cambia, le vasche sono di color ruggine e da questi arancioni sboccia il sale candido.

Ma come fa a diventare rossa quella che nasce come pura e limpida acqua di mare?

Depositi di sale - Salina di Cervia acqua rossa e sale candido
Noioso intermezzo simil-scientifico

E’ per la presenza di un’ alga, la Dunaliella salina che del sale fa il suo habitat ed il suo nutrimento. Di queste alghe è poi ghiotto un piccolo crostaceo, anch’ esso in grado di vivere in acqua ad alta salinità, che si chiama Artemia salina. Mangiando alghe rosse, anche l’ Artemia salina diventa rossa, ed è a sua volta il pasto preferito degli aironi rosa. Gli aironi per cibarsi è proprio dell’ artemia vanno in cerca quando infilzano con il loro lungo becco il fondo dei laghi salati. E che dall’ artemia prendono il loro caratteristico colore rosa carico. Eccoci dunque al termine del tragitto dove l’ azzurro si trasforma in rosso ed il sale inizia a depositarsi sul fondo della vasca. Centimetri e centimetri di sale, quello che poi verrà estratto al termine della stagione.

Salina e rotaie - Cervia

E’ da qui che partiranno i vagoncini malandati che vediamo adesso oziare, e che trasporteranno il sale  raccolto fino allo stabilimento laggiù. Lì dentro verrà ammassato in enormi colline candide, nell’ unico momento dell’ anno, verso la fine dell’ estate, in cui la salina non è una distesa di pace e silenzio rotta solo dai versi degli uccelli, ma un susseguirsi di rumori, voci  e clangori. Il momento della raccolta, quando si fanno i conti delle temperature e dell’ acqua che è piovuta e si calcola quanto sale avrà reso l’ annata.

Ma c’è anche un lieto fine!

Ma a volte basta magari un po’ di fortuna, come racconto in un altro post. O solo paziente attesa. E l’ occasione si ripresenta.

Succede così anche stavolta. Ed il meteo collabora.

E’ quel tempo di settembre quando c’è già la malinconia degli stabilimenti balneari chiusi e delle sale giochi con le saracinesche abbassate.

La barca va silenziosa lungo il canale fiancheggiato da salicornia e prugnoli pieni di frutti. Ci sarebbe da fermarsi e fare rifornimento per le marmellate. I cormorani si godono gli ultimi raggi tiepidi.

La salina d’ autunno, al tramonto

La salina ha ormai terminato il ciclo produttivo. E’ stata allagata per ripulire le vasche. E’ uno specchio che riflette indifferente tutti i colori del cielo.

Gli aironi filtrano la loro cena zampettando. Sembrano indifferenti ma sono già stati infastiditi. Lentamente si spostano verso un angolo più silenzioso.

Montagne di sale in fondo raccontano di un buon raccolto. E’ il primo da da due anni.

C’è un silenzio irreale. Anche le automobili che transitano lungo la vicina statale sembrano non fare rumore. Il sole scende lentamente verso un orizzonte piatto e nel frattempo cambiano i colori del cielo. E della salina che lo riflette. Anche i cristalli di sale a terra hanno riflessi violacei, mentre l’ acqua resta immobile.

I tramonti d’ autunno sono brevi. L’ incanto non dura molto. Con il sole va via la luce ed anche l’ ora blu è più rapida di un sussurro. Gli aironi volano via verso i loro nidi nelle valli di Comacchio. I gabbiani si raggruppano al centro di una delle vasche più grandi. Passeranno lì la notte che ormai è arrivata. Giove osserva indifferente da lissù.

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1 thought on “Cervia al tramonto: Acqua rossa e sale candido.

  1. Patrizia Lanzerini says:

    Bell’articolo, molto esauriente. Fa venire voglia di andare a visitare la salina

    Rispondi

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