Gallipoli in chiaroscuro

“Bella Gallipoli!” L’ esclamazione è scontata appena racconti da dove sei tornato. Bella, sì certo. Ma quale Gallipoli? La città nuova, quella dove la gente vive, con la passeggiata a mare, negozi e servizi? O la Gallipoli vecchia? Si forse quest’ ultima, vero. Anche fuori stagione, però, l’ isola ed il dedalo di viuzze che portano verso il mare offrono sempre il meglio-peggio dello sfruttamento turistico. O forse è solo il peggio: la strada principale è quasi impraticabile per la folla e le bancarelle;  la cattedrale barocca è sommersa dall’ invadenza di venditori di spugne, pesci imbalsamati made in China

Dal Roccocò alla bellezza negletta

La bellezza di Taranto dorme in provincia: vi aspetta l’orgoglio ostentato di Martina Franca, resa barocca dal tentativo superbo e cafoneggiante dei latifodisti del posto di rivaleggiare con Napoli capitale. Le loro case imbiancate a calce si adornarono allora di portali elaborati, frontoni senza pudore nella loro ridondanza. E sorsero chiese quasi più grandi della piazza destinata ad ospitarle. Sembra sempre di essere in Spagna: il sole batte implacabile sulla pietra e crea riflessi e vampe di calore. Per sfuggire all’ arsura ci si rifugia sotto gli ombrelloni dei bar di Piazza Plebiscito, dominata dal Roccocò della cattedrale di San

Puglia di mezzo: case bianche e lampi barocchi

Case bianche si stagliano su morbide alture che guardano al mare, digradando in mezzo agli uliveti. Calce candida si alterna ai balconi barocchi ed alle chiese in pietra dorata che si infiamma al tramonto. Colonne barocche si intorcigliano verso il cielo e spingono il santo di turno lassù a vigilare sul mondo. Sotto, si apre una piazza fiorita di caffè. Giovani ed anziani amano incontrarsi qui per due chiacchiere, un bicchierino o una partita a carte: c’è un pezzo di Spagna catapultato su un terreno carsico, punteggiato di doline, ricoperto di oliveti secolari, cotto dal sole per quasi tutto l’

Trani, gioiello d’acqua e pietra

Gioiello di acqua e pietra, Trani fu nel Medio Evo un porto importante. E fu luogo di residenza di numerosi mercanti ebrei, che proprio da qui potevano controllare i loro traffici in entrata ed in uscita. D’ altronde avevano ottenuto da Federico II il monopolio della lavorazione e rivendita della seta grezza in tutto il Sud Italia. Il centro della città era il loro regno. Qui avevano i loro magazzini pieni di spezie, tessuti pregiati, pietre preziose. Qui c’ erano i loro luoghi di culto. La vecchia Trani si attorciglia attorno  ad una minima altura e porta ancora ben evidenti

Vacanze italiane 2015

Lunghi, caldi, a volte noiosi giorni di estate e vacanza, quando il sole è a picco e neanche il tramonto porta un refolo di brezza. Quando il tempo sembra sciogliersi come l’ asfalto sotto i piedi e la spiaggia è un microcosmo che riflette il mondo reale come uno specchio deformante. Quando i ritmi sono dettati dall’ ombra più che dal sole, l’ attesa che la giostra smetta di girare è una pausa rinfrescante ed il volto arcigno di cartapesta del dinosauro è un profilo conosciuto che ti rassicura: sei in vacanza. In questo mio ultimo progetto personale ho cercato

Matera: musica e sorprese

Perdendovi nel labirinto dei Sassi, faticando tra salite e scalinate, affascinati da uno spettacolo che ha pochi eguali al mondo, pian piano vi renderete conto che Matera è una città musicale, ha una sua colonna sonora. La sera dal fondo del Sasso Barisano crepitano percussioni. Da un angolo del Caveoso arriva un suono di sassofono, mentre verso la punta della Civita vi inseguono scale di pianoforte e contrappunti di strumenti a fiato. La provenienza è facile da indovinare: il Conservatorio è a due passi. Ispirati da questa colonna sonora non avete da fare altro che calzare scarpe comode ed andarvi

Lesina fuori stagione: la danza immobile

Lesina fuori stagione: pietra bianca e silenzio affacciati su una striscia di lago. All’ ora di pranzo, i sandali riposano in secca, la laguna è possedimento esclusivo di volatili alla ricerca anche loro di un pasto. La chiesa parrocchiale sta come un faro sul punto più alto del paese. Dà l’ orientamento giusto anche dal punto più panoramico della zona. Che è lungo l’ autostrada pochi chilometri prima del casello. Dalla cima di una collina la vista è splendida sul paese ed alle sue spalle il lago e poi il mare. L’ orizzonte è impreziosito dalle isole Tremiti, a volte

La notte dei falò di Nusco

Notte buia, una delle più buie dell’ anno. E fredda. Ma dall’ oscurità sprizzano fuori dozzine di falò che rischiarano e riscaldano, ed attorno ad essi impazzano canti, balli e personaggi in maschera. E’ la notte dei falò di Nusco, in provincia di Avellino. Si mangia e si beve come se non ci fosse un domani. Siamo a quasi mille metri di altezza su un cocuzzolo circondato dai venti. Di giorno da qui si gode una vista stupenda sulla valle dell’ Ofanto che inizia ad allargarsi e sulle montagne dell’ Appennino meridionale. Ma adesso è notte, la notte di Sant’

Porte di Acciaroli

Acciaroli Acciaroli è un piccolo paese di pescatori, con un bel porto riparato e protetto da un’ antica torre normanna e da una chiesa che va a finire dritto dritto nel mare. Non vi abitano in molti e le case più antiche sono scomparse quando, negli anni Settanta del secolo scorso, si ristrutturò tutta l’ area portuale. Erano case molto particolari, costruite sugli scogli e collegate alla terraferma da passerelle di legno. insomma era più facile salire su una barca che andare a fare la spesa! Quelle case non ci sono più, ma pochi metri più all’ interno, dove la

Uno strano incontro

Uno strano incontro a Camogli: mattino presto di una soleggiata giornata ottobrina. Non è più tempo di turisti e lungo la passeggiata a mare c’è solo qualche pensionato con il suo cane. Si sentono solo le onde, i negozi sono ancora chiusi. Oltre l’ arco il porticciolo, anch’ esso ormai privo di ressa. È il momento del ritorno delle barchette dei pescatori: le reti sono state in acqua tutta la notte ed all’ alba si va a raccogliere il pescato. Le reti non sono più piene, il nostro Mediterraneo è sempre più povero di pesce. Ogni barca ha quanto basta

Mix non metropolitani: il barbiere fotografo

E’ da tempo che credo di aver sfiorato il segreto dei barbieri; personaggi strambi, amanti delle parole, spesso innamorati del (loro) passato e restii ad accogliere i cambiamenti. Conosco barbieri in provincia che hanno ancora in negozio la poltrona a cavalluccio per poter meglio lavorare con i bambini. La seduta è rigorosamente di cuoio rosso, naturalmente. Andrea Semplici, che è un maestro, a Muro Leccese ha scovato il barbiere che vende giornali. Io sono andato un pelino più in là, più in profondità nell’ amabile lunaticità di questi signori; io ho scovato il “Barbiere Fotografo”. Si, sta scritto proprio così

L’ Aglianico e la sua vendemmia

Un giorno di vendemmia nei Campi Taurasini. Proprio lì dove nel 273 a.C. le legioni romane del console Manlio Curzio Dentato sconfissero l’ esercito di Pirro, re dell’ Epiro e della tribù dei Molossi. Pirro era sceso in Italia sette anni prima. Aveva un esercito di venticinquemila uomini e diciannove elefanti da guerra. Diceva di voler difendere la colonia greca di Taranto. Ma la sua recondita speranza era di riuscire a fondare un proprio stato. Arrivò quasi alle porte di Roma e fu poi costretto a riparare in Sicilia. Dopo anni di alterne vicende le sorti del conflitto si risolsero

Il vecchio e il mare (Tirreno)

“Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercar di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere il sole? Siamo nati fortunati, pensò…“ Ernest Hemingway, Il Vecchio e il Mare Narra la leggenda che Santiago, il vecchio pescatore di Hemingway, in realtà sarebbe Cilentano e non Cubano e che il mare nel quale lotta per il pescato e la sopravvivenza sarebbe il Tirreno. Quanto meno, mediterranea sarebbe la fonte di ispirazione. Narra la leggenda che Ernest Hemingway avrebbe tratto ispirazione per il suo racconto Il vecchio e il mare da

Apice, ghost town nostrana

Gli Americani a noi ci fanno un baffo. Almeno per quel che riguarda le città fantasma. Se ne fanno un vanto di quei borghi sperduti e disabitati fatti di case di legno e strade polverose. Ma da noi qui in Italia le città fantasma hanno strade acciottolate e case in pietra e mattoni, e per di più molte di esse furono costruite quando gli Stati Uniti erano ancora una colonia. Vabbè, volevo solo distrarvi con un’ introduzione sciovinista, però quello che ho scritto non è del tutto campato in aria. Se siamo affascinati dalla solitudine, dall’ abbandono dal tempo che

Quattro passi per Procida

Quando andarci Quattro passi per Procida, l’ isola più piccola e misconosciuta dell’ arcipelago partenopeo ma che non è certamente meno bella ed interessante delle più famose Ischia e Capri. Grazie alla sua conformazione, alla relativa mancanza di affollamento ed alle sue peculiari caratteristiche, come ad esempio i giardini che nella stagione giusta sono pieni di fiori, limoni ed arance, è il posto perfetto per una pausa di relax, dimenticandosi di traffico, automobili e stress. I momenti migliori per visitarla sono i giorni di primavera o autunno. E’ il tempo in cui la luce è migliore grazie alla minore altezza

Quaranta anni fa – Il terremoto d’ Irpinia

Quaranta anni fa, il 23 novembre del 1980, la terrà tremò, e novanta secondi dopo una porzione d’ Italia grande quasi quanto il Lazio era stata devastata ed in gran parte cancellata dalla carta geografica. Il terremoto d’ Irpinia presentò un conto di tremila morti, duecentoottantamila senzatetto, novemila feriti. Strade spaccate ed impercorribili, ferrovie danneggiate, stazioni crollate, linee elettriche fuori uso furono soltanto il corollario della tragedia. Giorni di tragedia e lutto Furono giorni di lutto, paura e gelo, perché assieme al terremoto calò l’ inverno, e per coloro che erano alloggiati nelle tende la vita si fece ancora più