Le seduzioni di Bitola

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Bitola old town

Il bazaar di Bitola, ancora pieno di folla e fragranze, non è magari ai primi posti della lista di cose da vedere in Europa.

Neanche Bitola, d’ altronde, lo è.

Bitola, la città dei consoli

Antico crocevia commerciale, al centro degli scambi economici tra Adriatico ed Egeo fin dai tempi in cui era attraversata dalla romana via Egnatia, capolinea della ferrovia che la collegava al porto di Salonicco, Bitola fu capoluogo dell’ Elayet di Rumeli, una delle regioni ottomane comprendente territori che oggi appartengono alla Macedonia alla Grecia e all’Albania.

Bitola
Un bar lungo Širok Sokak

Grazie alla sua posizione, la città divenne un centro multiculturale. La chiamavano la città dei consoli perché ai tempi dell’ Impero ottomano era sede di ben 20 consolati. Ed oggi gran parte degli edifici che li ospitavano continuano a mostrarsi con le loro facciate ottocentesche o Art Nouveau lungo la strada dello struscio della città, isola pedonale fiancheggiata dai dehors dei bar e sempre affollata ad ogni ora e con qualsiasi capriccio del meteo. Nei fine settimana caldi sembra che l’ intera popolazione si sia data appuntamento lì. E che se la stia godendo un sacco.

Širok Sokak, Strada Larga

E’ una strada dal nome che ispira reminiscenze di quel Monopoli che occupava i nostri pomeriggi quando eravamo bambini. Si chiama infatti Širok Sokak, che potremmo più o meno tradurre come Strada Larga.

Oggi questo angolo meridionale di Macedonia del Nord è periferia un po’ triste dei Balcani, a pochi chilometri dalla frontiera con l’ Unione Europea che corrisponde al confine con quella Grecia che fino a pochi mesi fa ancora si rifiutava di riconoscere finanche il nome della nazione confinante.

Eppure Bitola è una città dolce nella sua atmosfera del fine settimana. Il suo antico cosmopolitismo è evidente nelle chiese e moschee del centro e negli edifici neoclassici allineati lungo la Širok Sokak.

Neo classical building in Bitola

La Topolino di Bouvier con la sua incongrua targa svizzera attraversò Bitola 65 anni fa, diretta verso l’ ineffabile Oriente che attendeva i suoi due passeggeri; dovette fare i conti con la frontiera ellenica chiusa e con doganieri diffidenti. Non è che le cose siano cambiate molto in più di mezzo secolo. La frontiera è aperta, ma i controlli sono stringenti e la diffidenza degli uomini in divisa non è mutata.

Loro d’ altronde la presero con la solita grande filosofia e resilienza:


“Accompagnato dal canto del motore e dallo scorrere del paesaggio, il fluire del viaggio vi penetra quasi, e vi schiarisce la mente. Idee che ospitavate senza ragione vi lasciano; altre invece s’adattano e si abituano a voi come le pietre nel letto d’un torrente. Nessun bisogno d’intervenire; la strada lavora per voi.”
Mosque of the Bitola bazaar
Il bazaar

La čaršija di Bitola, il suo bazaar, in pieno centro, incastonato tra il fiume, un parco ed una moschea, non è stato sventrato per costruirvi grattacieli, non è diventato un magnete per turisti, è ancora oggi conserva ancora i tratti tipici di un mercato per la gente del luogo dove si va a fare compere e dove di può trovare di tutto dai peperoni agli abiti da sposa.

Insomma quasi come in un centro commerciale. Ma che differenza di fascino!

Al posto delle hamburgherie ci sono piccoli caffè con poche sedie fuori e magari un alberello a fare ombra. Al posto dei pub, le fontane pubbliche, ed i negozi sono bugigattoli ma fornitissimi.

Bitola bazaar
Il mercato alimentare

Poi si gira l’ angolo e ci si ritrova nel mercato alimentare, una foresta di bancarelle piena di colori, gente e profumi.

Bitola food market at the bazaar

Peperoni, pomodori, frutta di ogni tipo, verdure di stagione, funghi, pile coniche di paprika ed altre spezie.

Dei lamponi su una bancarella: per l’ equivalente di 50 centesimi ne ho comprato un bicchiere di carta pieno pieno. Erano buonissimi e dolcissimi.

C’ è gente ma non c’ è confusione.

Poco lontano, svetta il minareto della vecchia moschea del bazaar, le case sono basse  malconce ed ognuno sembra impegnato a fare qualcosa, a parte chi beve caffè.

Selling paprika at Bitola bazaar

Ci sono sorrisi dappertutto, dalla vecchietta che mi vende la paprica alla ragazza dalla quale acquisto i simit, le ciambelle di pane ricoperte di semi di sesamo che sono un regalo della cucina turca.

Selling simit in Bitola
Un incontro fuori dell’ ordinario

L’ uomo del destino mi passa davanti la prima volta mentre entro a visitare una chiesa.

Un senzatetto dalla barba lunga, i suoi averi raccolti in un malloppo che porta sulle spalle. I nostri sguardi si incrociano mentre io entro e lui si siede sulla soglia.

Uno sguardo magnetico, il suo. Non c’è alcun motivo, ma mi colpisce. Per un attimo.

Lo ritrovo quando sto per lasciare la città ed ho ancora nelle tasche un fascio di banconote macedoni. Non valgono molto più di qualche Euro, decido di regalargliele ed il suo sguardo si illumina, inizia a raccontarmi storie che ovviamente non capisco, ma dalla gestualità sembra che mi stia dicendo che era un artista, un cantante forse e che riceveva molti applausi per le sue esibizioni. Gli occhi magnetici si fanno sognanti per un istante e per dirla con Annemarie Schwarzenbach,


non sta a me decidere di incontri e separazioni e tracciare il confine tra realtà e visione.  A me rimane la magia, il nome, il cuore meravigliosamente toccato”.

Mendicante di Bitola

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