Verso Mocăniţa – 5 LASSU’ IN CIMA

Questa è la quinta puntata del mio viaggio nel Maramures, nel Nord della Romania.
Le altre puntate sono qui:
1 – Il viaggio
2 – La memoria
3 – La ferrovia
4 – Mattino tra gli alberi

Verso Mocăniţa - 5 LASSU’ IN CIMA. In viaggio

E’ quasi mezzogiorno ormai, ma la luce resta sfuggente ed il fumo della locomotiva si mischia ancora con le nuvole; il cielo è sempre più basso mentre Cozia continua pazientemente a trascinare su per la valle il suo carico. O forse siamo noi che ci stiamo avvicinando alle nuvole mentre continuiamo lentamente a salire.

Verso Mocăniţa - 5 LASSU’ IN CIMA
Verde nel verde
Nel verde, verso il capolinea

Sotto il cielo grigio tutto è verde.

L’ occhio umano è più sensibile alle sfumature del verde rispetto agli altri colori; è un antico retaggio di quando vivevamo nelle foreste ed eravamo allo stesso tempo prede e predatori. Poter distinguere sottili variazioni nel verde costante che ci circondava ci aiutava a definire i pericoli ed a scorgere il nostro prossimo pasto.

Qui, oggi, le sfumature di verde ci sono probabilmente tutte, strette tra il fiume e l’ acqua che cade dall’ alto. Ma non ci sono prede o predatori in giro. Solo un trenino che sbuffa salendo ed una vaga sensazione di noia che si sta impossessando di me.

Verso Mocăniţa - 5 LASSU’ IN CIMA
Su nella valle
Il regno dei boscaioli

Siamo entrati nell’ ultimo tratto della ferrovia; questo è il regno dei boscaioli. Ma non boscaioli alla Ion con ascia e cavalli. Qui ci sono motoseghe e trattori per trascinare i tronchi fino al deposito. Qui si lavora a ritmo industriale per rifornire di legno la fabbrica.

La valle ormai è strettissima, c’è spazio giusto per il treno e per il fiume, che qui è ancora un ruscello. Piove sempre, acqua sottile ma costante che ti inzuppa l’ animo.

Verso Mocăniţa - 5 LASSU’ IN CIMA
 La valle e il fiume

Oltre al profumo pungente delle conifere, nell’ aria c’è ancora l’ aroma dolce del fieno che stiamo trasportando da quando siamo partiti. Profumi di primavera in una grigia giornata d’ autunno.

Il villaggio fantasma

Attraversiamo il villaggio fantasma dei minatori.
Qui vivevano in tanti – mi racconta un altro Daniel – avevano elettricità e televisione, stanze riscaldate e costruzioni di cemento, cose che a valle gli altri potevano solo sognare.”

Comodità destinate ad alleviare il rigore di una vita trascorsa sottoterra ad estrarre ferro, piombo, carbone.

Con la transizione all’ economia di mercato le miniere sono passate in mano di investitori stranieri, più attenti ai costi. E si sono rivelate dei pessimi affari. Per ricavare utili si è deciso di risparmiare dove si poteva, ovvero sul personale e sulla sicurezza. Incidenti ed inquinamento erano all’ ordine del giorno.
Così, tra deficit di bilancio ed istanze ecologiche, le miniere di questa valle hanno finito per chiudere.

Peccato che non si sentano voci ecologiste a denunciare lo scempio che si sta realizzando di queste foreste, che sono ancora oggi dimora di una notevole biodiversità, dall’ orso bruno al lupo.

Verso Mocanita. 
Sosta tecnica
Deforestazione

L’ abbattimento di questi alberi secolari procede senza sosta. E’ vero, per ogni albero abbattuto ne viene piantato un altro. Un giorno queste pianticelle nane cresceranno; se nel frattempo le piogge e la neve non si saranno portate via tutto il terreno. Ma ci vorranno comunque decenni. Tempo sufficiente per far sparire la biodiversità dell’ area. Cosa se ne fanno linci, orsi e lupi di un crinale di montagna tappezzato di abeti nani?

E’ l’ ipocrisia ecologica dei paesi ricchi – conclude Daniel – che salvaguardano le proprie foreste e comprano il legno – che comunque serve – a quattro soldi dai paesi dell’ Est Europa, dove evidentemente la biodiversità è meno importante.”

Fine 5 di 6.

La prossima puntata è qui.

Le precedenti puntate sono qui:

1 – Il viaggio

2 – La memoria

3 – La ferrovia

4 – Mattino tra gli alberi

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1 thought on “Verso Mocăniţa – 5 LASSU’ IN CIMA

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