Proust e il campanile

E io avrei voluto potermi sedere là, e restare tutta la giornata a leggere ascoltando le campane; perché era così bello e tranquillo che quando l’ora suonava si sarebbe detto, non che turbasse la quiete della giornata, ma la liberasse di quel che conteneva, e pareva che il campanile, con la precisione indolente e meticolosa di una persona che non ha nient’ altro da fare, si limitasse — per strizzare e lasciar cadere le poche gocce d’oro che il calore vi aveva lentamente e naturalmente  accumulato — a comprimere, al momento giusto, la pienezza del silenzio. Marcel Proust, Alla ricerca

La libreria Marx di Berlino: la trasparenza della Storia

Resta soltanto un’ insegna luminosa a ricordare a tutti dove un tempo c’ era la libreria Karl Marx, il tempio della cultura letteraria della DDR. Un Paese dove la lettura era uno dei passatempo più popolari. Quando la Germania era divisa in due, la gente si affollava nell’ enorme libreria per comprare libri, per ascoltare conferenze, assistere a readings di autori non solo socialisti, o semplicemente per incontrarsi e discutere. Berlino, quartiere Friedrichshain, lungo la Karl Marx Allee. Il salotto di rappresentanza di quella che un tempo era Berlino Est, capitale della Repubblica Democratica Tedesca.Edilizia socialista per i lavoratori, con fattezze

La Via Regia

Görlitz, estremo Est di quella che era una volta la Germania Est. Ai tempi di quando ero giovane, questo posto era ben aldilà della Cortina di Ferro. Luoghi irraggiungibili. Credereste di poter trovare proprio qui la conchiglia del Cammino di Santiago? No inimmaginabile. Eppure c’è. Il porticato risale dalla Neisse; dall’ altra parte del fiume è sempre Görlitz, ma si chiama Zgorzelec  e siamo in Polonia. Da qui si va verso il Duomo di Görlitz e poi si prosegue ancora per settimane e settimane di cammino, verso l’ Oceano Atlantico. La Via regia è il più lungo collegamento terrestre d’

La storia di Herr Fritz e del suo triciclo rosso

Dresda. In un angolo della Piazza del Mercato nuovo, incastonato fra la ricostruzione barocca della Frauenkirche e l’ imponenza realsocialista del Palazzo della Cultura, semicoperto (ma anche protetto) dalla recinzione di un cantiere edile, se ne sta da tempo (lo riuscite a distinguere anche su Google Maps) un furgoncino rosso a tre ruote di chiara estrazione DDR. Ha enormi scritte bianche che rimandano ai tempi in cui gli Schnellimbiss erano un punto di ritrovo comune in tutta la Germania, da entrambi i lati del Muro e della Cortina di Ferro. Klein und fein, ovvero piccolo e buono, c’è scritto. Un’

Il lampionaio di Breslavia

Per due volte lo avevamo mancato. Il sole iniziava a calare dietro il fiume, le guglie gotiche della cattedrale rosseggiavano, ma del lampionaio di Breslavia neanche l’ ombra. Eravamo arrivati troppo presto, ed aspettare a lungo non é facile quando si é in giro con una figlia di due anni. Eppure prima o poi il lampionaio doveva materializzarsi per forza lungo le stradine acciottolate dell’ Isola della Cattedrale. In questi giorni i tramonti di Wroclaw sono splendidi e coloratissimi, sarebbero uno sfondo perfetto per il lampionaio al lavoro. Ma ci abbiamo già provato due volte e non siamo stati fortunati.

Alle porte di una terra di nuvole e streghe

Qui c’è lo spartiacque tra l’Oceano Atlantico e il Mar Cantabrico, è il punto più alto delle montagne circostanti, bruna e cupa, la terra punta a Occidente. (Cees Nooteboom, Verso Santiago.) Quassù, a 1.300 metri di altitudine, c’è il regno del silenzio e delle nuvole. Questo è il loro capolinea; provengono dall’ Atlantico, si sono nutrite della sua umidità ed hanno percorso tutta la Galizia distribuendo pioggia e fertilità. Arrivate a O Cebreiro scaricano tutta l’ acqua che rimane. E non è poca. Dall’ altro lato delle montagne inizia l’ immensa ed arida meseta. Ma le cose vanno guardate al

Musica (classica) in piazza

La cattedrale di Santiago de Compostela è circondata da piazze; tra l’ una e l’ altra ci sono passaggi, archi, scale. Praza do Obradoiro è il palcoscenico  del rito quotidiano dell’ arrivo dei pellegrini che hanno seguito il Cammino di Santiago e che  finalmente – dopo centinaia e centinaia di chilometri a piedi -svoltano l’ ultimo angolo e sono di fronte all’ elaborata facciata della chiesa. Sulla sinistra c’è un arco sotto il quale di solito si esibiscono artisti di strada: suonatori di zampogna, di flauto o di chitarra, mimi e cose del genere. Si sente musica un po’ dappertutto

In Mali, il secolo scorso

Oggi, per una volta, niente fotografie: quelle purtroppo si sono perse nelle pieghe del passato. Oggi solo parole, per raccontarvi il fascino di un viaggio in Mali nel secolo scorso, effettuato solo pochi anni dopo quello di Cees Nooteboom, uno dei miei scrittori di viaggio preferiti. Caro Cees (può un tuo affezionato lettore assumersi l’ ardire di darti del tu?) Tu a Mopti ci sei andato in aereo, io in pinasse. Ho goduto del suo ritmo lento, ammaliante, quasi ipnotico lungo le acque basse e limacciose del Niger, che è un fiume strano, molto Africano mi verrebbe da dire, per

Il batterista sotto il sole di mezzanotte

I bambini inuit giocano da soli in queste giornate estive, calde e senza notti. Tra gli Inuit il tipo di rapporto che si instaura tra adulti e bambini è piuttosto differente rispetto a quello che caratterizza il mondo occidentale. I bambini sono molto amati e coccolati, ma raramente restano attaccati alle gonnelle della mamma: godono anzi di una notevole indipendenza fin dalla più tenera età. Possono molto frequentemente decidere in modo autonomo come agire e come occupare il proprio tempo e dispongono anche di una certa libertà nel trascorrere le giornate o la notte presso parenti o amici. Questo tipo

E il vincitore è….

E il vincitore è……. Beh per una volta sono io! Da oggi sono fieramente in possesso di un coupon per ottenere gratis una splendida stampa fotografica su vetro, realizzata da Fracture! Ma come avrai fatto, direte voi…beh semplice, ho vinto un concorso fotografico! E l’ ho vinto con la fotografia qui sopra, che considero una delle migliori da me realizzate finora. Ho scattato questa foto un paio di anni fa in Cappadocia, poco fuori l’ abitato di Cavusin. Per trovare questa luce ho dovuto svegliarmi prima dell’ alba ed avviarmi per tempo, prima che tutte le mongolfiere fossero già decollate.

Lo strano caso del paese fantasma

L’ isola di Angmassalik è lunga quaranta chilometri e larga trentadue; ha una forma pressappoco romboidale, con l’ asse maggiore orientato in direzione Nord-Sud. E’ un’ isola di granito levigato dal ghiaccio, montagnosa, caratterizzata da numerose valli piccole e profonde, anch’ esse modellate dall’ erosione glaciale. Solo le cime delle montagne spesso restano aguzze; evidentemente in passato erano nunataq: un termine inuit che indica un picco montagnoso che emerge dalla calotta polare. Ed anche una persona cattiva. Il mare che la separa dall’ isola-continente si insinua in forma di fiordi di varia dimensione ed ampiezza; Angmassalik si affaccia sul mare

Le case sulla roccia

C’è un particolare aspetto dei paesaggi artici antropizzati che mi ha sempre colpito, sin da quando, bambino, sfogliavo gli atlanti e sognavo; e no, non sono gli iceberg ed i ghiacciai o la assoluta mancanza di alberi. Si tratta del fatto che le case sono costruite sempre direttamente sulla roccia. A Tasiilaq gran parte delle abitazioni sono realizzate nei pressi del mare, su una serie di piccoli rilievi di granito appiattito dalle glaciazioni ma tuttavia durissimo da lavorare. Il paese sorge in una conca che da un lato digrada lentamente verso il litorale del fiordo e dall’ altro si innalza

Ammassalik, il lato nascosto della Groenlandia

La mostra Se i miei racconti dell’ Artico hanno acceso in voi almeno un briciolo di curiosità su quelle terre remote e sull’ affascinante cultura inuit. Se abitate nelle vicinanze di Courmayeur. Oppure se avete progettato una settimana bianca in Valle d’ Aosta, vi consiglio di non perdervi l’ interessantissima mostra Ammassalik – il lato nascosto della Groenlandia. Verrà inaugurata il 24 dicembre al Museo Alpino Duca degli Abruzzi di Courmayeur, e ospiterà, anche una serie di fotografie realizzate dal sottoscritto assieme ad altri splendidi scatti di fotografi che hanno avuto la fortuna di visitare quelle terre remote.La mostra sarà

La valle dei fiori

Poco fuori Tasiilaq. Ai limiti del ghiaccio perenne. In una delle zone più desolate ed inospitali del mondo. Qui l’ inverno dura nove mesi e per sei mesi la luce del sole è un pallido ricordo dell’ anno precedente. Eppure qui c’è la Valle dei Fiori. E’ una valle glaciale lungo la quale scorre un torrentello cortissimo, ma così corto che lo abbiamo risalito tutto, dalla foce, nel porto di Tasiilaq, alla sorgente, che è poi un lago di fusione. Sarà pure corto, ma è full optional: ci sono due cascate molto pittoresche ed un’ ansa dove l’ acqua scorre

Polar stream

Lungo la costa della Groenlandia Orientale scorre il Polar Stream. E’ la più grande corrente di tutto il bacino artico. Trasporta dal Polo Nord verso Sud acqua gelida e con bassa salinità a causa della scarsa evaporazione e sopratutto dell’ enorme apporto di acqua dolce fornito dagli iceberg in scioglimento. Più del novanta per cento del ghiaccio che proviene dalla banchisa polare scorre assieme al Polar Stream dell’ estremo Nord lungo la costa groenalndese. Una volta doppiato Capo Farvell la corrente ed il ghiaccio si dirigono verso sud ovest e le coste canadesi ed americane. Al largo di Terranova questo

La pelle dell’ orso

L’ ho vista per caso, perché stavo fotografando i cani da slitta e guardavo verso il basso. Lei invece era sul tetto della sua casa e stendeva la pelle dell’ orso per farla seccare. Qui la pelle dell’ orso appartiene a chi ha avvistato per prima l’ animale e non a chi l’ ha ucciso. Evidentemente in quella casa abita qualcuno con un’ ottima vista. L’ orso bianco, in realtà è nero. Ve ne accorgete guardando il muso e le zampe, le uniche zone del corpo che non sono completamente ricoperte dai peli: sono nere. Sono i peli a dare

La baia degli iceberg spiaggiati

La marea sale e scende nel fiordo di Re Oscar, e nel suo oscillare lascia centinaia di prigionieri. Sono pezzi di ghiaccio avvicinatisi troppo a riva. Ora, con il calare del livello del mare si ritrovano a secco e formano la baia degli iceberg spiaggiati. Sono lì immobili e mostrano tutti i 9/9 del loro essere e non le solite minoranze emergenti e tutto il resto nascosto dall’ acqua. Sono ciò che rimane del freddo dell’ inverno sul fiordo. Ma a differenza degli iceberg, che sono vere e proprie montagne di ghiaccio, sono frammenti con una forma particolare, quasi un

Tasiilaq ed il suo fiordo

(Questa è la seconda puntata. L’ inizio della storia è qui ) Visto dall’ alto di uno dei colli dove sorge l’ abitato di Tasiilaq, in un giorno di sole il Kong Oskar Havn appare calmo ed azzurrino, punteggiato di schegge di ghiaccio. Lo si direbbe quasi un lago glaciale. Ed infatti il nome di questo villaggio in lingua inuit significa Come un lago. Ma se scendiamo lungo il fianco della collina ed arriviamo fino sulla riva, possiamo agevolmente verificare che quell’ acqua è salata. Tasiilaq si bagna infatti nelle acque di una baia dall’ imboccatura molto stretta che da

Groenlandia – Il fascino dell’ Artico

Prima puntata di questo racconto. La seconda è qui Atterrare in Groenlandia Orientale è un’ esperienza emozionante. 100 chilometri a Sud del Circolo Polare Artico, 300 chilometri ad Ovest dell’ Islanda, ultimo lembo Occidentale d’ Europa o forse primo lembo orientale del continente americano, dipende anche dai punti di vista. Ma il bello arriva sicuramente dopo, con una luce di qualità unica, e panorami nuovi e stranianti. Kulusuk – con il suo minuscolo aeroporto con la pista in terra battuta e panorama direttamente sui ghiacci – ci dà il benvenuto con cielo grigio e nubi basse, una pioggerellina fine che

Hejaz Railway: un sogno nel deserto

AGGIORNAMENTO e SPOILER Questo articolo è stato scritto prima della guerra civile siriana. La stazione Hejaz di Damasco è stata seriamente danneggiata durante i combattimenti e non so in che stato si trovi adesso. Non ho informazioni, ma è verosimile che anche la linea ferrata nella sua tratta siriana, verso Amman, sia danneggiata. Qualcuno ebbe un sogno, e riuscì anche a realizzarlo: viaggiare da Parigi ai luoghi santi musulmani con soli due cambi di treno, ad Istanbul ed a Damasco, ed un breve viaggio in vaporetto per attraversare il Bosforo. Erano i tempi del mitico Orient Express e la realizzazione